Migranti: «Muri e accordi di esternalizzazione non li contengono, li uccidono»

A denunciarlo è il presidente del Centro Astalli Camillo Ripamonti, dopo la notizia degli ultimi 15 morti in mare al largo della Libia. Alle frontiere d’Europa

15 migranti morti in mare al largo della Libia. La notizia è di questa mattina, 12 ottobre: nomi e volti che si aggiungono a «un elenco interminabile di morti alle frontiere d’Europa Lo affermano dal Centro Astalli, esprimendo profondo cordoglio per le vittime e al tempo stesso condanna per «ogni forma di chiusura sconsiderata delle frontiere, che ha come effetto principale non tanto di bloccare i migranti bensì di lasciarli morire».

Nelle parole del presidente padre Camillo Ripamonti, «accordi di esternalizzazione con la Libia e la Turchia ormai in vigore da anni, la recente proposta di costruire un muro a protezione dell’Unione europea e la decisione di non accogliere i profughi afgani sono vergognose conseguenze di una cronica mancanza di volontà di gestire in maniera sicura e legale i flussi migratori. L’Europa – esorta – si faccia promotrice di politiche solidali nel rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali di chi scappa da crisi umanitarie, in cui molto spesso gli Stati membri hanno dirette responsabilità».

In concreto, l’invito che arriva dalla struttura dei Gesuiti è ad ampliare canali di ingresso legali, prevedere visti per la ricerca del lavoro e stabilire quote proporzionate di resettlement che consentano di dare protezione in Europa a chi in fuga da guerre e persecuzioni chiede protezione, avendone il pieno diritto».

12 ottobre 2021