Migranti morti in mare: «Urgente un piano europeo di accoglienza»

A richiederlo è il Centro Astalli, apprendendo degli ultimi due naufragi avvenuti al largo della Grecia. 15 le vittime accertate, tutte donne; decine i dispersi

«Il cordoglio per le vittime oggi deve essere soprattutto un appello a istituzioni nazionali e sovranazionali a porre fine all’ecatombe di esseri umani nel Mediterraneo». Il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti commenta con queste parole la notizia degli ultimi due naufragi di migranti nella mattinata di oggi, 6 ottobre, al largo della Grecia. 15 le vittime accertate, tutte donne; decine i dispersi.

Per i religiosi della struttura – sede italiana del Jesuit Refugee Service -, è urgente «un piano europeo di accoglienza e integrazione». Una richiesta, la loro, che si articola in tre punti. Anzitutto, «si fermino le morti in mare investendo risorse per un’operazione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo». Quindi, «si strutturino in modo permanente e adeguato vie di ingresso sicure per i migranti in Europa, agevolando ricongiungimenti familiari, prevedendo permessi di soggiorno per lavoro e programmi di accoglienza e integrazione». Il terzo punto: «Si mettano in atto piani di evacuazione e corridoi umanitari per le vittime di guerra o di regimi illiberali e antidemocratici».

Nell’analisi del Centro Astalli, «gestire un fenomeno complesso come la migrazione umana è responsabilità precisa dell’Ue che richiede lungimiranza, visione e capacità di superare nazionalismi e chiusure», concludono.

6 ottobre 2022