Migranti, Lorefice: «Non c’è nessuna invasione in Italia»
La lettera aperta dell’arcivescovo di Palermo, a pochi giorni dal 30° dell’uccisione di don Puglisi. «Oggi – scrive – dedicherebbe la sua opera al molo di Lampedusa»
Pochi giorni dopo il 30° anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi da parte della mafia, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice affida a una lettera aperta la sua riflessione, chiedendosi «a quale periferia dedicherebbe oggi la sua opera» e indicando il molo di Lampedusa. «Con la sua azione quotidiana, con la sua passione educativa – scrive -, padre Puglisi dava voce e consapevolezza alle tante vittime senza voce. Le vittime dei poteri che prevaricano la gente». Proprio per questo, «non rimarrebbe a guardare impotente la morte di chi annega a pochi metri da un approdo, la disperazione di chi vede i propri figli morire alla fine di un viaggio in cui era riposta l’estrema speranza di sopravvivere», aggiunge.
Non solo. Don Puglisi «certamente reagirebbe di fronte al disorientamento e alla frustrazione di migliaia di fratelli sopravvissuti sì, al viaggio e alle violenze, ma per essere lasciati senza cibo né acqua. O addirittura respinti, ancora una volta, con cariche e manganellate, per ordine di coloro che hanno deciso di creare la finta emergenza della loro reale disperazione – ribadisce il presule -. No! No, carissime, carissimi, Don Pino non resterebbe in silenzio, come uno spettatore passivo e impaurito. La sua mitezza assunta e collocata nella parola di Dio lo ha sempre reso forte, invincibile nell’amore. A Padre Puglisi leviamo il nostro grido: aiutaci tu a far comprendere a tutti le menzogne del potere!».
Lorefice lo afferma con convinzione: «Non c’è nessuna invasione in Italia, nessuna emergenza migranti. Nessuna. Ci sono solo migliaia di donne, di uomini, di bambini, strangolati da guerre nefaste, dallo stravolgimento climatico e dallo sfruttamento economico di matrice occidentale, che partono verso l’Europa in cerca di accoglienza, di solidarietà e di lavoro. Essi – prosegue – arrivano sulle nostre coste anche da soli, anche senza l’appoggio criminale dei commercianti di morte e ben al di là dei salvataggi delle ong, spesso falsamente additate come fattori di spinta alle partenze». E tutto questo «non accade da ieri, ma da più di vent’anni. Non è un fenomeno sorprendente e ingovernabile, bensì un grande fenomeno planetario». In questo contesto, «creare un sistema di flussi regolari, mettere in piedi strutture umane e dignitose di prima accoglienza, distribuire i migranti sul territorio nazionale, dare una casa e un lavoro a chi porta il proprio entusiasmo e il proprio contributo a una Europa stanca, a un welfare anemico, è tutt’altro che impossibile per un grande Paese come l’Italia. Basta volerlo», conclude.
19 settembre 2023