Migranti, l’Europarlamento: avanti per la riforma del regolamento di Dublino

Il Parlamento europeo è pronto ad avviare i negoziati, con l’obiettivo di garantire una ripartizione equa dei richiedenti asilo tra i Paesi dell’Unione. Chi si rifiuta potrebbe perdere i fondi europei

Il primo Paese d’arrivo dei migranti non dovrà più essere automaticamente responsabile per il trattamento delle domande d’asilo. Ancora, gli Stati membri devono accogliere la propria quota di richiedenti asilo e i Paesi che si rifiutassero di rispondere ai loro obblighi potrebbero perdere fondi Ue. Queste le novità contenute nel mandato negoziale sulla riforma del sistema d’asilo nell’Unione europea, redatto dalla Commissione per le libertà civili, approvato dall’assemblea di Strasburgo con 390 voti in favore, 175 voti contrari e 44 astensioni. Un documento con il quale il Parlamento si predispone ad avviare le trattative oplitiche per la riforma del regolamento di Dublino. L’obiettivo: «Garantire una ripartizione equa dei richiedenti asilo tra i Paesi aderenti all’Unione»

I colloqui tra Parlamento e Consiglio, i due organismi legislativi dell’Ue, potranno essere avviati quando gli Stati membri avranno concordato la propria posizione negoziale. «Esorto il Consiglio ad adottare al più presto una posizione comune, in modo da poter avviare i negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio e mettere in atto quanto prima un sistema di asilo europeo realmente nuovo e ben funzionante», l’invito della relatrice per la riforma, l’eurodeputata svedese Cecilia Wikström. Ponendo rimedio alle carenze dell’attuale sistema.

La novità più significativa sta nel fatto che il Paese in cui un richiedente asilo arriva, non sarebbe più automaticamente responsabile del trattamento della domanda di asilo. «I richiedenti asilo verrebbero invece ripartiti tra tutti i Paesi dell’Unione e sarebbero ricollocati in un altro Stato membro in maniera automatica». I Paesi Ue che non dovessero accogliere la propria quota di richiedenti asilo rischierebbero, secondo la proposta dei deputati, di veder ridotto il loro accesso ai fondi comunitari. L’idea, insomma, è che «tutti gli Stati membri accettino la propria parte di responsabilità per l’accoglienza dei richiedenti asilo».

17 novembre 2017