Migranti: «La detenzione amministrativa non è la soluzione»

Il presidente del Centro Astalli Camillo Ripamonti commenta le misure approvate dal Consiglio dei ministri: «Priorità da rivedere. La mobilità umana non è una colpa»

Il Centro Astalli torna sui provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri in tema di gestione dei flussi migratori e accoglienza migranti, esprimendo «profonda preoccupazione. Si tratta – si legge in una nota – di misure che vanno nella direzione di una già nota mancanza di volontà di gestire il fenomeno migratorio in maniera strutturata e lungimirante». A preoccupare è, in particolare, la decisione di sottoporre le persone migranti e richiedenti asilo provenienti da Paesi “sicuri” a detenzione nei centri per i rimpatri.

Nelle parole del presidente Camillo Ripamonti, «con la decisione di istituire nuovi centri per il rimpatrio ancora una volta si concentra l’attenzione sul rimandare indietro le persone. Questa – afferma – è una non soluzione, ma solo una punizione nei confronti di uomini, donne e bambini che adduce di fatto la mobilità umana a colpa, soprattutto in assenza di percorsi sicuri alternativi.
Grave – prosegue il gesuita – la decisione di istituire la richiesta di una garanzia finanziaria fissando un prezzo per la libertà. Si tratta dello stesso principio che vige nei centri di detenzione in Libia. A persone che arrivano in Italia e in Europa in fuga dagli orrori della violenza, scegliamo di non assicurare protezione bensì di negare loro dei diritti».

In un momento storico in cui «si continua a considerare come unica emergenza da affrontare la pressione migratoria da Africa e Medio Oriente verso l’Europa, senza considerare altrettanto urgente salvare vite umane e garantire dignità e sicurezza a chi è in cerca di protezione – prosegue il comunicato -, il Centro Astalli ribadisce che è necessario introdurre vie legali per i migranti che cercano di arrivare in Europa, quote d’ingresso regolari, visti per lavoro e ricerca di occupazione, canali umanitari per quanti fuggono dalla guerra».

26 settembre 2023