Migranti: in Grecia chiusa la “rotta balcanica”

Per Rino Pistone, coordnatore migranti di Caritas Hellas, «la chiusura frontiere non risolve il problema con i profughi ma lo aggrava»

Per Rino Pistone, coordinatore migranti di Caritas Hellas, «la chiusura frontiere non risolve il problema profughi, anzi, lo aggrava»

La rotta balcanica si è chiusa. A confermare la notizia che si sta sempre più diffondendo, anche per vie ufficiali, è stato ieri, 9 marzo, il coordinatore migranti della Caritas Hellas per la Grecia del nord, Rino Pistone: «Oggi la Macedonia ha chiuso completamente la frontiera – ha dichiarato all’Agenzia Sir – e non si sa se è una decisione temporanea oppure questa è la fine della rotta balcanica». Pistone si reca ogni giorno a Idomeni, il campo profughi alla frontiera dalla parte greca.

«La capienza di Idomeni è di 1800 persone e il campo è stato pensato come una sosta transitoria mentre adesso le persone ci vivono per settimane- continua Pistone-. Ci sono poche tende grandi allestite dall’Alto commissariato per i profughi mentre il resto della gente si arrangia e una parte dorme all’addiaccio». Le tende sono direttamente collocate sui terreni agricoli divenuti oggi pieni di fango in seguito alla pioggia. «Anche le condizioni sanitarie sono disastrose, mancano bagni e acqua – spiega il coordinatore della Caritas Hellas -. Molte delle persone sono raffreddate e alcune sono ammalate, c’è un vero e proprio allarme sanitario».

Il sovraffollamento del campo di Idomeni sta creando disagi anche per la distribuzione degli aiuti. «Stamattina non siamo riusciti a distribuire i pacchetti cibo, gli impermeabili e il vestiario – dice Pistone –; è talmente pieno di gente che è pericoloso. C’è il rischio di creare assalti di persone». Una cosa è chiara per Pistone: «La chiusura delle frontiere non risolve il problema con i profughi ma lo aggrava». In Serbia, Croazia e Slovenia saranno ammessi solo migranti con visti e passaporti validi, misure che le autorità balcaniche spiegano con le decisioni del summit europeo con la Turchia del 7 marzo.

Nel pomeriggio di ieri, a Idomeni sono arrivati dei pullman che cercavano di dislocare migliaia di migranti dalla frontiera per portarli ad Atene. «In questo modo la Grecia si trasforma in un campo profughi a tempo indeterminato – sostiene Pistone – e il Paese già stremato, la sua gente e tutti i migranti stanno pagando il rifiuto di solidarietà europea a caro prezzo».

10 marzo 2016