Al momento sono bloccati a Idomeni, tra la Grecia e la Macedonia, circa 14mila migranti e rifugiati, fra i quali negli ultimi 7 giorni Msf ha effettuato 2mila visite mediche. Infezioni del tratto respiratorio e gatroenteriti: queste le principali patologie ricontrate, tutte collegate alle condizioni dell’accoglienza, alle scarse condizioni igieniche e al freddo. Gli operatori di Medici senza frontiere riferiscono di un forte aumento, nelle ultime settimane, di persone particolarmente vulnerabili in cerca di cure mediche, tra cui bambini piccoli, madri nelle fasi finali della gravidanza, persone con malattie croniche e forti disabilità fisiche e mentali. Sono stati allestiti due nuovi capannoni e venti tende ma centinaia di persone dormono ancora al freddo.

Msf distribuisce circa 2mila coperte, 35mila pasti e 1.500 kit igienici al giorno e ha installato nuovi accessi all’acqua e bagni chimici. In Grecia 34mila persone sono bloccate ma al momento ci sono solo 3mila posti di accoglienza per i richiedenti asilo, i restanti (20mila posti) sono rifugi temporanei, tutti al massimo della capacità. Altre 1.100 persone sono bloccate in Serbia, più di 700 provenienti dall’Afghanistan e non  autorizzate a proseguire il viaggio. Dal 1° marzo, più di 5mila persone sono giunte sulle isole greche, ovvero una media di 1.700 arrivi al giorno; le donne e i bambini rappresentano il 62% degli arrivi. Più di 20 persone, informano da Medici senza frontiere, sono morte lo scorso fine settimana cercando di raggiungere le isole greche. «Questo porta a oltre 340 le persone decedute nel mar Egeo da inizio anno».

9 marzo 2016