Migranti: due navi di ong «non in linea con le norme»

Direttiva del neoministro dell’Interno Piantedosi: si tratta della Ocean Viking e della Humanity 1. Possibile il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane

Sono in tutto 326 i migranti soccorsi che al momento si trovano a bordo delle navi Ocean Viking e Humanity One, entrambe nel Canale di Sicilia. Una situazione sulla quale lunedì scorso, 24 ottobre, il neoministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha convocato il comandante della Guardia costiera, l’ammiraglio Nicola Carlone, per avere chiarimenti. Ieri poi, 25 ottobre, è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a emanare, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto che definisce la condotta delle due imbarcazioni non «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale», valutando pertanto di imporre loro il divieto di ingresso nelle acque territoriali. Ne dà notizia il Viminale, chiedendo che si informino le articolazioni operative. Inviate anche note verbali alle ambasciate degli Stati di bandiera: Norvegia e Germania.

I flussi via mare, intanto, si intensificano, e continuano le tragedie. Basti pensare ai cadaveri di due gemellini di un mese trovati su un barcone soccorso dalla Guardia costiera al largo di Lampedusa, o ai due barconi con circa 1.300 persone a bordo segnalati da Alarm Phone in forte difficoltà a est di Sicilia e Malta. Volti e voci di quell’unico «grido che sale dal Mediterraneo» di cui si è fatto portavoce, intervenendo all’Incontro interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che si è concluso ieri al Colosso con Papa Francesco, il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. «Un grido che dice: salvami! La pace – ha evidenziato il porporato – comincia nel salvare la vita e la speranza».

In concreto, la direttiva del neotitolare del Viminale comunica ai vertici di Forze di polizia e Capitaneria di porto che il ministro degli Esteri ha inviato note verbali agli Stati di bandiera delle due navi, Norvegia (Ocean Viking) e Germania (Humanity One), per informarli che hanno svolto le operazioni di soccorso «in piena autonomia e in modo sistematico senza ricevere indicazioni dall’Autorità statale responsabile di quell’area Sar, Libia e Malta, che è stata informata solo a operazioni avvenute». Così come l’Italia. Piantedosi potrebbe quindi adottare il divieto di ingresso nelle acque territoriali, sulla base dell’articolo 19 della Convenzione Onu sul diritto del mare, secondo cui «le navi di tutti gli Stati, costieri o privi di litorale, godono del diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale». Ma il passaggio è inoffensivo «fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero». Queste ultime condizioni si verificano invece se la nave in questione è impegnata in alcune attività, tra cui «il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero».

26 ottobre 2022