Migranti: 16 bambini e 26 adulti morti al largo di Gibuti
Oim e Unicef informano sul naufragio avvenuto nella mattina del 12 aprile. A bordo, almeno 60 persone che cercavano di tornare nel Corno d’Africa
La conferma della notizia arriva da Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e Unicef: nelle prime ore di lunedì mattina, 12 aprile, una nave con a bordo almeno 60 migranti che cercavano di tornare a casa nel Corno d’Africa, dopo essere fuggiti dallo Yemen in guerra, si è ribaltata al largo della costa del Gibuti. Tra i morti almeno 16 bambini e 27 adulti. Una nuova tragedia che «testimonia le misure disperate a cui la gente sta facendo ricorso per sfuggire alle difficoltà economiche aggravate dalla pandemia da Covid-19», commentano le due organizzazioni. Come accade, appunto, in Yemen, dove migliaia di migranti, bambini compresi, sono bloccati e intrappolati a causa della guerra.
Tra le vittime di quest’ultimo naufragio si contano 8 ragazzi, 8 ragazze e almeno una donna in gravidanza. Tratto in salvo dalle acque un bambino di sette anni. In poco più di un mese, quello di lunedì 12 aprile è il secondo incidente di questo tipo. All’inizio di marzo, 80 migranti, tra cui dei minorenni, sono stati gettati in mare da responsabili di traffico di persone nelle stesse acque. Almeno 5 i morti, anche se il bilancio potrebbe salire fino a 20.
I dati del 2021 indicano che un numero crescente di rifugiati e migranti, tra cui sempre più spesso donne e bambini piccoli, affrontano i pericoli della rotta marittima verso la penisola arabica, ma anche dalla costa dello Yemen al Gibuti, nonostante i rischi. Oim e Unicef sono al lavoro con le autorità del Gibuti e prevedono incontri congiunti, per offrire sostegno e discutere ulteriori misure per la prevenzione di queste che definiscono «insensate tragedie». L’obiettivo: rafforzare diverse azioni già in corso da parte del governo locale, per garantire le migliori condizioni possibili per le persone che attraversano il Gibuti dai Paesi di confine verso lo Yemen via mare, come la fornitura di beni di prima necessità tra cui assistenza sanitaria, cibo, acqua e riparo.
16 aprile 2021