Mezza Italia chiusa, ecco tutte le limitazioni

Il decreto del governo: indicazioni rigide per la Lombardia e 14 province. Altre norme valide in tutto il Paese. Chiuse nel Lazio palestre e piscine

Mezza Italia chiusa o quasi. L’intera Lombardia e 14 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche. Dentro quest’area bisognerà fino al 3 aprile evitare ogni spostamento, sia all’interno che verso o dall’esterno. È una delle principali indicazioni del decreto emesso firmato nelle scorse ore dal presidente del Consiglio con cui il governo rafforza la prevenzione nel contrasto alla diffusione del coronavirus. I dati dell’8 marzo, infatti, segnalano un aumento dei contagi e dei decessi: l’Italia, con 366 vittime e 7.375 casi accertati totali, è il secondo Paese per numero di contagi e per numero di morti legati al coronavirus dopo la Cina (rispettivamente 67 mila e circa 3.000).

Misure restrittive anche a livello nazionale con la chiusura, oltre alle scuole (già disposta), di cinema, teatri, pub e discoteche: il governo “raccomanda” agli anziani di restare a casa, ai datori di lavoro di promuovere congedi e ferie, e a tutti i cittadini di limitare gli spostamenti. Limitazioni rigide nelle aree del Nord indicate dove arrivano controlli sugli spostamenti, che andranno giustificati, a partire da stazioni, aeroporti, strade. Una direttiva del Viminale ai prefetti ha specificato nella serata di domenica 8 marzo i dettagli per questo tipo di controlli. Riflettori puntati sull’intera Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia.

I cittadini possono muoversi solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità  o spostamenti per motivi di salute». Chiusi gli impianti sciistici e sospesi tutti gli eventi pubblici o privati: chiusi cinema, teatri, pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche, balere. Bar e ristoranti possono aprire, ma solo dalle 6 alle 18 e in tutto il Paese bar e negozi devono comunque garantire, pena sospensione dell’attività, la distanza tra i clienti di almeno un metro. Nelle province del contagio serrande abbassate nel weekend anche per i centri commerciali: uniche eccezioni per farmacie, parafarmacie e alimentari.

Chiuse nell’area interessata anche le palestre, i centri sportivi, le piscine, i centri termali, le spa, i centri ricreativi. Ma la Regione Lazio, in un’ordinanza di poche ore fa, ha disposto la chiusura di palestre, piscine e centri benessere. Consentito lo sport a livello professionistico ma solo a porte chiuse. In tutto il Paese si fermano, oltre ai cinema, musei e siti archeologici. Niente cerimonie civili e religiose, compresi matrimoni e funerali.

Previste sanzioni per chi non osserva le disposizioni del decreto. In tutta Italia chiunque abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi centigradi, è “fortemente raccomandato” di restare a casa e contattare il proprio medico. Il divieto di muoversi è “assoluto” per chi sia stato messo in quarantena o sia positivo al virus. Limiti per l’accesso di parenti e visitatori alle strutture ospedaliere. Limitati i colloqui nelle carceri. Indicazioni per l’igiene: l’invito a lavare le mani, la collocazione di disinfettanti per le mani negli uffici pubblici, la sanificazione degli autobus.

9 marzo 2020