Tornavano a casa dopo aver trascorso la festa della Candelora nella vicina comunità di Julantla i due sacerdoti messicani uccisi nelle prime ore di lunedì mattina, 5 febbraio, lungo la strada che collega Taxco de Alarcón a Iguala, nello stato del Guerrero, uno dei più violenti del Messico. A darne notizia è l’Agenzia Fides, che parla di un sanguinoso agguato, da parte di un commando che ha bloccato l’auto sulla quale viaggiavano padre Germán Muñiz García e padre Iván Añorve ed ha aperto il fuoco, uccidendo i due sacerdoti e ferendo altre tre persone che viaggiavano con loro, tra cui un insegnante che ora lotta tra la vita e la morte. Illesa l’ultima passeggera. Padre Germain Muñiz García era originario di Apango, nel comune di Mártir de Culiapan, ed era parroco di San Cristóbal en Mezcalanella, diocesi di Chilpanchingo-Chilapa; padre Iván Añorve Jaimes era parroco della Sacra Famiglia a Las Vigas, nell’arcidiocesi di Acapulco.

In un comunicato firmato dal cancelliere vescovile, la diocesi di Chilpanchingo-Chilapa si augura che i fatti «siano chiariti velocemente» e condanna questo e gli altri episodi che continuano a portare morte nella regione di Acapulco. Negli ultimi anni, si ricorda nel comunicato, sono 6 i sacerdoti uccisi a Guerrero; di qui l’invito a sacerdoti e religiosi a prendere le opportune precauzioni per salvaguardare la propria integrità fisica, anche se lo stesso lavoro pastorale li mette a rischio. Anche il vescovo di Chilpancingo-Chilapa Salvador Rangel Mendoza ha definito la morte dei due sacerdoti «una grande perdita per tutta la Chiesa, per le due diocesi, per le loro famiglie» e ha invitato tutti i fedeli a pregare per il loro riposo eterno, lanciando un energico appello alle autorità a tutti i livelli perché assicurino la pace in Messico e nello Stato di Guerrero.

L’arcidiocesi di Acapulco, dal canto suo, oltre a chiedere giustizia a pregare per i sacerdoti uccisi e le loro famiglie, sottolinea in una nota ufficiale: «Non smettiamo di impegnarci per costruire la pace nella nostra famiglia, nella nostra comunità, nel nostro Stato, nella nostra patria. Chiediamo al Signore tutti i giorni questa pace. Tutti i giorni gettiamo parole e gesti di pace nei nostri sentimenti e pensieri». Nel comunicato anche l’invito a supplicare con insistenza il Signore «per la conversione di coloro che, dimenticando che siamo fratelli, commettono questi crimini». Restano da accertare le cause dell’agguato. E poco ancora si sa dell’attività pastorale dei sacerdoti assassinati. La polizia intanto ha trovato a circa un chilometro dal posto dell’agguato, un veicolo dentro al quale c’era una cartucciera di tipo militare e un porta fucile.

Sulla situazione di violenza sono intervenuti spesso negli ultimi tempi i vescovi della zona e in particolare il vescovo Mendoza, che appena il giorno prima, di fronte alla catena di omicidi senza fine che insanguina la diocesi, si era chiesto come mai la barbarie continuasse nonostante il territorio fosse blindato dalla presenza dell’esercito: «O il male è dentro di noi o qualcuno apre e chiude la porta ai criminali», aveva aggiunto.

6 febbraio 2018