Messico: decaduto il Titolo 42, «migliaia di minori a rischio»

La denuncia di Save the Children, attiva in 40 centri di accoglienza in 7 città di confine: pericolo di «separazione, abusi e abbandono» per circa 4mila bambini e ragazzi

Negli ultimi giorni sono arrivate fino a 15mila persone al confine tra Messico e Stati Uniti, in seguito alla scadenza del Titolo 42 negli Stati Uniti e al divieto di asilo annunciato dall’amministrazione Biden. La conseguenza è che ci sono circa 4mila bambini potenzialmente a rischio di separazione, abuso e abbandono. A lanciare l’allarme è Save the Children, in Messico dal 1973, attiva nel Paese in 40 centri di accoglienza disseminati in 7 città di confine, fornendo alle famiglie migranti aiuti umanitari e assistenza psicosociale. «La situazione è critica – afferma Maripina Menéndez Carbajal, direttrice generale di Save the Children Messico -. Quasi 4mila bambine e bambini dormono per strada e sono esposti a rischi significativi, quali violenza e abusi, che potrebbero danneggiare gravemente la loro salute fisica e mentale. Molti minori rischiano anche di essere separati dai loro familiari – aggiunge – se coloro che li accompagnano non sono in grado di accedere agli Stati Uniti in modo sicuro e rapido. Le famiglie sono disperate e molte di loro rischiano la vita nel tentativo di attraversare il confine attraverso luoghi pericolosi come il deserto o il fiume Rio Grande».

Molti di questi piccoli hanno percorso lunghe distanze dai loro Paesi d’origine, fuggendo dalla violenza o dalla povertà, per raggiungere il confine con gli Stati Uniti, ma ora vivono la paura e l’ansia di un futuro incerto. Come Pedro, 8 anni, dell’Hondursa, che agli operatori di Save the Children ha confidato: «Non capisco cosa stia succedendo. Vedo solo persone che se ne vanno e dicono che si consegneranno alle autorità per l’immigrazione negli Stati Uniti. Spero che tutto questo finisca presto». Nel frattempo, molte famiglie non riescono a trovare un modo per spiegare ai propri figli che, dopo un lungo viaggio, non sarà più possibile raggiungere gli Stati Uniti. «Il processo – racconta Susana, 29 anni, originaria del Venezuela – è molto lento e poco chiaro. Cerco di non dire nulla ai miei figli, ma loro se ne rendono conto e mi vedono molto triste. Sono tristi nel sapere che siamo qui da molto tempo. È ingiusto farci passare per criminali, stiamo solo cercando protezione per i nostri figli», spiega.

Nei primi tre mesi dell’anno, il team di Save the Children ha assistito circa 15mila migranti arrivati nel Paese. Il programma sarà rafforzato e ampliato nelle prossime settimane, per far fronte a questa emergenza umanitaria. «Questa mattina abbiamo visto che diversi migranti che hanno tentato di attraversare il confine il giorno precedente sono stati riportati in territorio messicano – racconta ancora Maripina Menéndez Carbajal -. Siamo preoccupati per l’abbandono dei bambini. I genitori sono estremamente stressati, molti hanno deciso di accamparsi sulla linea di confine nella speranza di poter attraversare. Nelle strade il rischio di separazione e di criminalità organizzata è alto». Proprio per questo Save the Children in Messico chiede al governo del Paese di rafforzare i programmi e le politiche interne per la protezione dei bambini e degli adolescenti. Il governo, afferma la direttrice dell’organizzazione, «deve rafforzare le capacità operative della Commissione messicana per l’aiuto ai rifugiati, rafforzare più che mai il coordinamento e il funzionamento del Sistema nazionale per la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché degli Uffici del Procuratore generale per la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, e creare spazi fisici e ambienti sicuri e protettivi per le famiglie che hanno bisogno di assistenza sociale e legale, di cure psicosociali e di accesso ai servizi sanitari», conclude.

16 maggio 2023