Messe con i fedeli, Lamorgese: «Italiani daranno prova di responsabilità»

Il ministro dell’Interno raggiunto dai microfoni di Tg2000 a proposito del protocollo siglato a Palazzo Chigi. «Il diritto di culto è importante»

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non ha dubbi: «In questo periodo di restrizioni i cittadini hanno dato grande prova di responsabilità e certamente lo faranno anche in questa occasione». Raggiunta dai microfoni di Tg2000, la titolare del Viminale ha commentato la firma del protocollo che permetterà la ripresa delle Messe con il popolo a partire dal 18 maggio, avvenuta ieri mattina, 7 maggio, a Palazzo Chigi. «Sono previste delle misure di cautela che verranno osservate da tutti – ha spiegato al telegiornale di Tv2000 -. Anche da parte dei sacerdoti c’è l’ impegno affinché ci sia un ingresso ordinato durante le celebrazioni, ci sia la sanificazione dei locali e l’ utilizzo di tutti i sistemi di protezione come le mascherine. Sono certa che alla luce di quello che ho visto in questi mesi, della disciplina che hanno avuto, l’apertura il 18 maggio vedrà gli italiani insieme ai religiosi impegnati affinché tutto vada per il meglio».

chiesa semivuota, distanziamento, coronavirus, covid-19A proposito della fase 2, partita il 4 maggio, «i controlli sono stati tanti», ha riferito Lamorgese, ma «le sanzioni sono state veramente ridotte. Il momento che mi ha preoccupato di più – ha confidato ai microfoni dell’emittente della Cei – è stato l’apertura del 4 maggio e invece ancora una volta gli italiani hanno dato prova di grande responsabilità. Quindi ben venga l’apertura delle chiese perché il diritto di culto è importante e su questo ci siamo battuti, purché venga esercitato nella sicurezza assoluta».

Ancora, il ministro ha risposto a una domanda sul pericolo che in questo tempo di pandemia cresca anche l’attività di mafia e usurai. «Ho già diramato una direttiva ai prefetti affinché ci sia il massimo controllo e monitoraggio per evitare che ci sia una criminalità che vada ad insinuarsi nell’economia legale del nostro Paese – ha assicurato -. C’è una maggiore esigenza proprio in relazione alle notevoli risorse che sono arrivate sui territori. Abbiamo stipulato un accordo con la Sace e il ministero dell’Economia affinché vengano garantite tutte le attività di erogazione di questi contributi e che non finiscano nelle mani sbagliate. Se necessario anche con i controlli antimafia».

8 maggio 2020