Don Andrea Santoro, testimone di unità

 Celebrata a Santa Croce in Gerusalemme la Messa in occasione dell’onomastico del sacerdote fidei donum ucciso a Trabzon, in Turchia, nel 2006, proprio mentre il Papa concludeva la sua visita in Turchia

«Signore, tienici uniti nella nostra diversità: non così uniti da spegnere la diversità, non così diversi da soffocare l’unità». Si è conclusa con questa preghiera scritta da don Andrea Santoro la Messa celebrata ieri, domenica 30 novembre, a Santa Croce in Gerusalemme in occasione dell’onomastico del sacerdote fidei donum ucciso a Trabzon, in Turchia, nel 2006. A fare da filo rosso, la visita del Papa in Turchia, proprio in occasione della festa liturgica di sant’Andrea apostolo, fondatore della sede episcopale di Bisanzio. A presiedere, il vicegerente della diocesi di Roma Filippo Iannone, che ha sottolineato come l’Avvento sia «un tempo utile per i cristiani per rinforzare la propria fede ed essere testimoni autentici della carità»; quella carità che don Andrea Santoro «ha reso concreta ricercando il dialogo e l’unità tra le diverse confessioni».

Il missionario trovò la morte ad opera di un fanatico mentre stava pregando nella sua parrocchia di Santa Maria, a Trabzon: un proiettile sparato al grido di “Allah è grande!” trafisse lui e la Bibbia che teneva tra le mani. «Il Vangelo, oggi – ha ammonito monsignor Iannone – ci invita a vegliare proprio perchè nessuno può conoscere il giorno della venuta di Cristo» ma in quel giorno, quello della nostra fine terrena, «dovremo rendere conto dell’amore che Dio ci ha donato e di cui dobbiamo farci portatori». Dare vigore alla carità quindi è «un esercizio da praticare in queste settimane che separano dal Natale, avendo fede nel fatto storico e speranza nell’ultima venuta, quella escatologica». È nella preghiera, ha continuato il presule, «cioè nell’incontro quotidiano con il Signore, che dobbiamo trovare ragione delle virtù teologali che professiamo quali battezzati».

Al termine della celebrazione, la preghiera per l’unità dei cristiani, con le parole di don Santoro, nelle quali riecheggiava l’eco delle parole pronunciate da Francesco e dal Patriarca Bartolomeo, che hanno espresso «sincera e ferma intenzione di intensificare gli sforzi per la promozione della piena unità tra tutti i cristiani». Sintonia di intenti rilevata con gioia ed emozione dalla sorella di don Santoro, Maddalena, docente di teologia all’Università Lumsa e presidente dell’Associazione che porta il nome del sacerdote (www.associazionedonandreasantoro.it). «L’umiltà del pontefice – ha detto – e la sua devozione per quanto il Signore ha costruito in quelle terre, è lo spirito che abbiamo colto, ogni volta, leggendo gli scritti di don Andrea».

Da quegli scritti sono stati pubblicati in questi anni due testi: uno che raccoglie le lettere del sacerdote dalla Turchia e il suo diario. «Ora pubblicheremo le preghiere scritte da mio fratello – ha spiegato Maddalena – e alcune delle sue lettere di carattere prettamente pastorale». Ispirate a questi filoni le attività della onlus nata in memoria del missionario romano: «Formazione e archiviazione dei suoi scritti – spiega ancora la sorella -, per studiare e poi presentare la sua ricca spiritualità». Per mettersi in ascolto di quel Medio Oriente che «va compreso e capito perchè solo la conoscenza permetterà l’unità», come insegnava don Andrea.

1° dicembre 2014