Il cardinale Vallini: «Aprire il cuore per gli ammalati»

Il cardinale ha celebrato la Messa in San Giovanni per la Giornata mondiale: «Impegnamoci ad essere discepoli di Maria»

Il cardinale ha celebrato la Messa in San Giovanni per la Giornata mondiale conclusa dalla fiaccolata: «Impegnamoci ad essere discepoli di Maria»

«Una piccola Lourdes». Le parole del cardinale Agostino Vallini descrivono così la basilica di San Giovanni in Laterano, in cui ieri, 11 febbraio, ha celebrato la Messa in occasione della Giornata mondiale del malato. Un evento speciale, preceduto dal rosario meditato e dall’adorazione delle reliquie di Santa Bernadette, alla presenza del vescovo emerito di Lourdes, Jacques Perrier, e di centinaia di fedeli e volontari.

In prima fila, proprio davanti all’altare e di fronte alla statua della Madonna, i malati, protagonisti di questa giornata di riflessione e preghiera istituita da San Giovanni Paolo II, proprio nel giorno che ricorda la prima apparizione di Maria a Bernadette, a Lourdes, avvenuta nel 1858. “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo”, passaggio del libro di Giobbe, tema di questa edizione e fulcro del messaggio scritto da Papa Francesco: un invito all’impegno, alla vicinanza e all’ascolto del prossimo, guidata dalla “sapienza del cuore” che è uscire da sé stessi e servire il fratello nel bisogno, senza giudicare.

Un impegno che, ha sottolineato il cardinale Vallini nell’omelia «è la missione della Madonna e di ogni cristiano e lo stile del servizio amorevole che tanti svolgono accanto agli ammalati. Il Papa ci invita a riflettere, a farci discepoli di Maria per imparare la sapienza del cuore, non come impeto di generosità ma come stile di vita». Maria alle nozze di Cana sa farsi interprete del bisogno di un altro, «in lei – ha continuato il cardinale -troviamo il modello della sequela, e siamo portati a Cristo», con lei siamo chiamati «ad aprire il cuore, a dedicare tempo al prossimo», in un servizio che può diventare fonte di «speranza per una vita nuova», e difesa contro la solitudine.

Ai cappellani «ministri della carità e dell’amore, a cui è affidato il tesoro di portare l’annunzio del Signore negli ospedali», il cardinale ha chiesto di essere «presenza della Chiesa,per costruire il paradiso accanto ai letti dei malati, aiutando tutti a rendersi veramente servitori dell’amore di Cristo». Ai malati, Vallini ha ricordato il valore della vita, che pur segnata dalla sofferenza «è preziosa e porta salvezza, e non è mai sprecata». Poi, l’invito a offrire la malattia e la preghiera: «Per noi, per Roma, perché chi opera nel mondo del volontariato sappia sempre manifestare la bellezza del Vangelo che salva».

Alla fine della celebrazione, la basilica si illumina grazie alla luce delle candele, e sulle note del canto a Maria, si ricrea l’atmosfera di Lourdes. Un momento significativo per chi vive l’esperienza del servizio accanto ai malati, come Giuseppe e Alberto, da 20 anni in prima linea sulla ambulanze, e Concetta, Angela, Bruna, felici di aver «ritrovato un pezzo di Lourdes anche qui». Milvio sorride quando spiega che «è bello essere strumento per i fratelli più bisognosi, costruire un rapporto di amicizia con loro, seguirli come si fa in una famiglia». Nadia, veterana di Lourdes, che ha scelto di accompagnare i malati dopo la guarigione del fratello, continua a sgranare il rosario mentre spiega che «c’ è uno scambio reciproco di forze con i malati: io dò forza a loro e loro a me». Suor Maria Rosa, domenicana, assieme alla sue consorelle ha offerto «la preghiera di tutta la nostra giornata per gli ammalati di Roma e del mondo».

Condivisione, impegno, preghiera: le parole chiave di una giornata che, spiega Alessandro Pinna, presidente Unitalsi Roma, «è segno di speranza per tante persone, e momento dedicato a tutte gli invisibili, gli emarginati, a chi vive nelle periferie e combatte ogni giorno con barriere architettoniche, fisiche e mentali». La celebrazione di san Giovanni ha chiuso le iniziative per la giornata ma c’è il desiderio di progettare il futuro: «Vogliamo continuare a camminare insieme, per dare testimonianza della vicinanza a tutti i fratelli che sono nella sofferenza e nel dolore – ha detto monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo incaricato per la pastorale sanitaria -. L’11 febbraio – ha concluso – possa essere un giorno sempre più significativo, per testimoniare che i fratelli ammalati sono davvero nel cuore della chiesa, e di tutta la città di Roma».

12 febbraio 2015