Mercatino dell’usato: un progetto per la “rinascita” sociale dei disabili

Salvatore, colpito da aneurisma: due anni di inattività e depressione, poi l’idea di «salvare gli oggetti dalla discarica» e se stesso dalla marginalità

Salvatore, colpito da aneurisma: due anni di inattività e depressione, poi l’idea di «salvare gli oggetti dalla discarica» e se stesso dalla marginalità

«Dopo l’incidente, nel 2007, sono diventato disabile e non ho più un reddito ma ho ancora una dignità. Vendo i miei oggetti di antiquariato e vintagerie»: si presenta così Salvatore, 59 anni, nato a Tunisi da genitori siciliani, romano d’adozione, disabile da quando, nel 2007, un aneurisma gli provocò un’emorragia cerebrale. Intervento al cervello, quindici giorni di coma, il risveglio, un mese e mezzo di degenza e, alla fine, la sedia a ruote. Una vera “punizione” per lui, che già aveva in casa la disabilità di Letizia, figlia della sua compagna. Un secondo flagello per Maria Simona, che da quel giorno ha dovuto assistere due persone in casa. «Dovevo avere una persona che mi aiutasse per uscire con lui e con Letizia: non potevo spingere due carrozzine!». E poi, per Salvatore, insieme alla perdita dell’autonomia, ci fu quella del lavoro, della passione, della fiducia. «Finalmente un giorno, dopo due anni di depressione, capitammo in un mercatino dell’usato e lo sentii dire: “Mi piacerebbe avere un banchetto!”. Non me lo feci dire due volte – racconta Maria Simona -. Presi subito contatto con il gestore del mercato e affittai uno spazio espositivo per lui. E quella fu la svolta».

Alcuni oggetti in vendita
Mercatino dell'usato. Oggetti in vendita

Il Mercatino, «svolta economica, sociale, esistenziale». Una svolta economica, perché una famiglia con due disabilità gravi in casa fa continuamente i conti on le difficoltà finanziarie; ma sopratutto una svolta esistenziale e sociale, perché da quel giorno Salvatore è tornato ad avere uno scopo, un’occupazione, qualcosa in cui impegnarsi. «Ha ricominciato a sorridere e non vedeva l’ora che arrivasse il week-end per poter andare», racconta ancora Maria Simona. «È stata molto dura per me: lavoravo tutta la settimana in ufficio e poi il week-end nei mercatini insieme a lui, perché purtroppo Salvatore non è in grado di sollevare pesi o gestire l’allestimento di un banco. Inoltre dovevo continuare ad accudire anche Letizia: è stata dura ma lo rifarei altre mille volte perché lui è rinato! È felice di poter di nuovo contribuire al bilancio familiare, ma sopratutto è orgoglioso di salvare gli oggetti dalle discariche».

On-line, per ridurre la fatica. Ora, però, col passare degli anni, insieme all’età aumenta la fatica, soprattutto per i caregiver, a maggior ragione quando il lavoro di cura è moltiplicato per due: così, «ora sono io che non ce la faccio più ad assisterlo durante i mercatini», ammette Maria Simona. Ma Salvatore non si è dato per vinto: da qualche giorno ha creato uno spazio virtuale, un mercatino online, con una pagina Facebook dedicata. È lì che ha trasferito i propri oggetti, pubblicando foto e informazioni dettagliate e sottoponendoli alle offerte di chiunque sia interessato. «È diventato un esperto di porcellane e oggetti antichi, studia, si informa, approfondisce: e così si è inventato una vera e propria professione, che svolge con entusiasmo e passione».

Il Mercatino solidale per «riabilitare chi è a rischio di disagio». E l’esperienza è così positiva e fruttuosa, che Maria Simona e Salvatore, insieme alle famiglie del Coordinamento nazionale famiglie disabili, hanno presentato al comune di Roma e alle sue varie municipalità il progetto “Mercatino solidale Roma Capitale”. L’obiettivo fondamentale è «permettere a persone a rischio di disagio, come pensionati sociali, disabili e disoccupati – si legge – di impiegare il proprio tempo in un’attività che crea conoscenza, che riabilita, che favorisce la socializzazione e che permette di trasformare oggetti spesso non utilizzati, nella possibilità di una vita dignitosa». Un progetto “terapeutico”, quindi, rivolto alle persone e alle famiglie che vivono quella condizione di marginalità e impoverimento socio-economico che spesso la disabilità porta con sé. C’è però anche uno scopo ambientale, rivolto non alle persone ma agli oggetti e al rapporto con questi. «Altro obiettivo è quello di reinserire gli stessi oggetti nel circuito dell’utilizzabile, e di sottrarli quindi alla distruzione – si legge nel progetto -. Tra questi, piccoli pezzi di antiquariato, oggettistica vintage, usato e collezionismo, che così divengono parte di un circolo virtuoso che fa del riciclo un aspetto culturale di primaria importanza».

La richiesta al Comune: spazio e utenze. Concretamente, il progetto consiste nell’allestimento di uno spazio coperto, completamente accessibile, suddiviso in diverse postazioni e gestito dall’associazione omonima, che si costituirà non appena il progetto venisse approvato. Inizialmente, il mercatino sarà aperto al pubblico, gratuitamente, solo il sabato e la domenica, oltre che nelle due settimane prenatalizie e durante la settimana di Pasqua. Gli spazi saranno utilizzati anche per ospitare eventi culturali, quali presentazioni di libri, dimostrazioni di attività artigianali e di riciclo creativo, piccole mostre, incontri su temi specifici legati soprattutto al superamento del disagio sociale. «Gli spazi espositivi – si precisa nel testo – saranno riservati alle categorie a rischio individuate nel progetto. Gli espositori non dovranno versare alcuna quota per l’utilizzo degli spazi, né per l’iscrizione all’associazione, che si avvarrà solamente dell’opera di volontari». Al Comune di Roma si chiede di mettere a disposizione gli spazi, privi di barriere architettoniche, riscaldati durante l’inverno e forniti di servizi igienici accessibili. E di garantire il pagamento elle utenze (corrente elettrica, acqua, rete wi-fi) e gli allestimenti. «Finora nessuno ci ha risposto – riferisce Maria Simona – ma confidiamo che, magari in vista del periodo natalizio, la nostra richiesta sia valorizzata come opportunità di integrazione e riscatto economico e sociale per questi cittadini a rischio povertà e marginalità».

4 novembre 2015