Mense scolastiche, è allarme ribasso

Non si placa la polemica sul bando per il prossimo anno. I sindacati: base d’asta pari a 3,90 euro a pasto; per i canili è 3,60 euro. L’assessore Baldassarre: «Inutile allarmismo». Il procedimento ancora in fase di svolgimento

Scioperi dei lavoratori, petizioni dei genitori, mobilitazioni dei sindacati che chiedono un tavolo di confronto con la prefettura e la Commissione di garanzia. Non accenna a placarsi la polemica sul bando della refezione scolastica del Comune di Roma a partire da settembre. Al centro della querelle, la qualità dei pasti e i posti di lavoro dei cuochi dei nidi dipendenti di Roma Multiservizi e degli addetti delle mense autogestite.

I sindacati hanno equiparato il costo di ogni singolo pasto per bambino nelle mense scolastiche con quello per i canili comunali. «Basterebbe confrontare la base d’asta soggetta al ribasso in sede di offerta da parte delle aziende, pari a 3,90 euro per singolo pasto, con quella per i canili, pari a 3,60 euro» hanno affermato Luca Bozzi e Stefano Diociaiuti, rispettivamente segretari della Cisl e della Fisascat di Roma e Rieti, che chiedono all’amministrazione l’annullamento della gara, «preoccupati anche per la tenuta dei livelli occupazionali». Un braccio di ferro che prosegue anche dopo l’invito del Campidoglio a «non diffondere notizie non corrette». Roma Capitale ha ribadito che «non è ancora stato affidato il servizio di ristorazione scolastica gestito dal Comune», il cui costo medio attuale è di 4,40 euro per ogni singolo pasto. Il procedimento sarebbe quindi ancora in fase di svolgimento e, quando sarà approvato, l’atto sarà sottoposto all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione).

L’assessore comunale alla Scuola Laura Baldassarre parla di «inutile allarmismo» e auspica che «si interrompa questa ricerca di visibilità sulla pelle dei bambini e delle famiglie». Esortando a lasciare «i bambini fuori dai teatrini politici», ricorda che quotidianamente nelle mense scolastiche comunali vengono serviti circa centocinquantamila pasti. «Un servizio che riesce a conciliare quantità e qualità – afferma -, attenzione ai prodotti, all’ambiente, ai lavoratori coinvolti, alla partecipazione dei genitori, valorizzando il pasto come momento educativo per i bambini. Roma Capitale ha stanziato fondi in bilancio per migliorare ulteriormente questo servizio».

L’associazione romana Genima (Genitori nidi e materne) ha lanciato una petizione per bloccare la gara «al massimo ribasso del Comune di Roma». Gli organizzatori puntano a raccogliere diecimila firme che consegneranno a Baldassarre «per bloccare il bando e trovare una soluzione sicura ed etica per tutti». Sul rischio licenziamenti i sindacati chiedono garanzie per le lavoratrici in forza, le 330 addette delle autogestite e le 170 cuoche della Multiservizi. «La mobilitazione continuerà fino a quando non avremo anche la certezza di tutelare i salari e l’occupazione di 2mila lavoratrici – assicurano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uiltrasporti di Roma Lazio -. Fino a oggi l’assessore Baldassarre non è entrata nello specifico e non ha dato soluzioni concrete sulla salvaguardia dei posti di lavoro».

Anche il Forum delle famiglie del Lazio si fa portavoce di queste preoccupazioni ma, spiega la presidente Alessandra Balsamo, «da un lato in un’ottica di rinnovata fiducia nelle istituzioni per rimediare a queste problematiche e dall’altro di un rafforzato coinvolgimento delle famiglie nelle commissioni di valutazioni mense o nei consigli d’istituto. Queste criticità confermano il ruolo della famiglia come vero ammortizzatore sociale e motore di un’economia circolare. Fornire gli strumenti idonei, giuridici e finanziari per aiutare le famiglie – prosegue – consente di sostenere la ripresa economica di un Paese in termini occupazionali e di investimenti».

Il nuovo bando non farebbe distinzione tra tipologie di scuole e sembrerebbe che il costo del pasto per i nidi sia alla pari delle scuole materne ed elementari. Cittadinanzattiva, ActionAid e Slow Food, che sotto l’alleanza “Italia Sveglia” si occupano da anni di qualità, accessibilità e sostenibilità del servizio di ristorazione scolastica, chiedono di «mantenere la distinzione tra la ristorazione rivolta ai nidi e quella destinata alla scuola primaria e secondaria e di garantire la compresenza delle mense autogestite con quelle centralizzate». Invitano inoltre l’Anac a «pronunciarsi prima dell’aggiudicazione sulle criticità presenti nel bando».

7 giugno 2019