«Poche e inutili righe per edulcorare l’essenza di un crimine». La presidente dell’associazione Mediterranea Saving Humans Alessandra Sciurba commenta così la proposta di rinegoziazione del Memorandum di intesa con la Libia pubblicata da Avvenire. «Il tema – spiega – non è ciò che è scritto su un foglio di carta aggiunto a un accordo che andava solo cancellato: se un Paese è in guerra non si possono pagare le sue milizie per catturare i profughi, che scappano, e riportarli indietro. Ognuna delle torture, delle violenze, delle morti nei campi libici pesa sulla coscienza di questo governo. Davvero – domanda – i cittadini e le cittadine di questo Paese vogliono che i propri soldi siano usati per finanziare questa vergogna?».

Anche per Gianfranco Schiavone, vice presidente di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), la bozza «è solo un tentativo di arginare una situazione fuori controllo, di totale violenza e abusi», senza vere e proprie modifiche. «Siamo di fronte a un testo che rimanda alle convenzioni internazionali in materia di diritti umani e diritto d’asilo, che cita espressamente la convenzione di Ginevra ma lo fa a vuoto – osserva -: non c’è scritto nel testo che la Libia adotterà quelle normative. Non c’è niente di concreto, dunque, inoltre si citano leggi come esistenti per l’Italia ma non per la Libia, non si fa un passo avanti, è una  scatola vuota». In particolare, «la condizione giuridica dei migranti in Libia non viene modificata, si dice solo che saranno trattati meglio». Una dichiarazioni di intenti, dunque, che non convince, anche perché, aggiunge il giurista, «non si mette in discussione che  i migranti finiscano nei centri di detenzione, che vengono chiamati “centri di accoglienza”. Si dice solo che i centri illegali verranno progressivamente chiusi. Troppo poco».

Anche in tema di salvataggi, prosegue il vice presidente Asgi, «si dice soltanto che verranno attuati nell’ambito del diritto internazionale anche se ormai è acclarato che la Libia non è porto sicuro. Non c’è nulla che cambi quella situazione. Alla fine si dice che si cercherà di essere un po’ più buoni con i migranti». Ancora, nella bozza si fa riferimento esplicito ai fondi europei e italiani che vengono erogati al governo libico per la collaborazione sul contenimento dei flussi migratori: «Queste risorse vengono date a uno stato non vincolato al rispetto del diritto internazionale, neanche al rispetto del principio di non respingimento, e che dunque potrà continuare a respingere le persone, mettendo in atto una serie di violazioni che avvengono per procura. Vengono cioè fatte fare alla Libia anche se questo chiama in causa la responsabilità diretta dei nostri Paesi. Non ci si può più  nascondere dietro un cattivo utilizzo dei fondi».

13 febbraio 2020