Meloni telefona a Zelensky: «Italia impegnata per una pace giusta»

La notizia della conversazione diffusa da Palazzo Chigi: la premier ha rinnovato il «pieno sostegno del governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario». Da Mosca, contromossa di Putin sul price cap: stop alle forniture ai Paesi che lo hanno imposto

Si erano parlati per la prima volta il 28 ottobre scorso. Ieri, 27 dicembre, la nuova conversazione telefonica della premier Giorgia Meloni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, confermata in una nota da Palazzo Chigi dopo che già il leader ucraino ne aveva dato notizia sui social. «Meloni – si legge nella nota – ha rinnovato il pieno sostegno del governo italiano a Kiev in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina». La presidente del Consiglio «ha ribadito il massimo impegno dell’Italia per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la nazione ucraina». Inoltre, «ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e ha invitato il presidente Zelensky a venire in visita a Roma», dopo il recente viaggio a Washington.

Zelensky – che cerca la sponda dell’Italia sui sistemi anti-aerei vitali per difendere l’Ucraina dagli attacchi russi – ha ringraziato il nostro Paese «per la solidarietà e il supporto» e ha lodato «lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti». Quindi ha discusso con Meloni del piano di pace promosso da Kiev, con il quale Zelensky punta a organizzare un summit all’Onu a febbraio, in occasione del primo anniversario della guerra. La pace resta però, almeno per ora, ancora un’utopia, mentre da Mosca il ministro degli Esteri Serghei Lavrov lancia  l’ennesimo ultimatum a Kiev: «Accetti le nostre proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l’esercito russo a occuparsi della questione». Secondo Lavrov, «il nemico è ben consapevole delle nostre proposte sulla smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime di Kiev, e l’eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia che include i nostri nuovi territori», vale a dire: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Per Kiev, si tratta di proposte inaccettabili. «L’Ucraina – ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak – smilitarizzerà la Federazione Russa, estromettendo gli invasori da tutti i territori occupati».

Mosca non ha risparmiato neanche Occidente e Stati Uniti, accusati di «fare di tutto per rendere il conflitto ancora più violento» – sono ancora le parole del capo della diplomazia russa -, di aver portato «alla rottura dei legami tra Russia ed Europa» e anche di tramare per assassinare Vladimir Putin. Poi la contromossa sul price cap: nella serata di ieri, 27 dicembre Putin ha firmato il decreto che blocca le forniture di greggio dal 1° febbraio al 1° luglio a tutti i Paesi che hanno imposto un tetto al prezzo. Nella stessa giornata, l’incontro con l’alleato bielorusso Lukashenko a San Pietroburgo per «mettere a punto molte questioni».

Sul campo intanto gli allarmi aerei hanno risuonato in tutta l’Ucraina a causa di due Mig decollati da un aeroporto nella regione di Minsk mentre nella regione di Donetsk – occupata dai russi – una famiglia di 8 persone è stata sterminata a colpi di pistola alla testa. Tra le vittime anche 4 bambini. Ancora, i russi avrebbero bombardato il reparto maternità di un ospedale a Kherson, senza fare vittime. Zelensky ha parlato di «situazione difficile e dolorosa» nel Donbass, mentre continuano i combattimenti anche a Bakhmut nel Donetsk e a Svatove e Kreminna, nel Lugansk.

28 dicembre 2022