Meeting di Rimini, Emilia Guarnieri lascia la presidenza della Fondazione

Il cambio della guardia dopo 27 anni. «È il momento di lasciar andare ad altre mani, braccia e gambe questa cosa bella, ricca e tanto amata che ho vissuto»

«Un’immensa avventura di libertà». Emilia Guarnieri definisce così il Meeting di Rimini di cui, ha annunciato ieri, 5 marzo, lascia la guida, dopo 27 anni di presidenza e 40 di responsabilità condivisa. Nei prossimi giorni infatti si rinnoverà il consiglio di amministrazione della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, a cui compete l’organizzazione di una tra le più longeve manifestazioni culturali al mondo, nata nel 1980 per iniziativa di un gruppo di giovani cristiani guidati da don Luigi Giussani. Il cambio della guardia con il nuovo presidente, che verrà designato dall’assemblea dei soci, è previsto per l’11 marzo.

«Capisco che è il momento di lasciar andare ad altre mani, braccia e gambe questa cosa bella, ricca e tanto amata che ho vissuto – ha commentato dopo l’annuncio -. Dico “lasciar andare” e non “abbandonare”, è come con i figli: se vuoi loro bene, devi lasciarli andare. Il sentimento più vero che ho nel cuore è una grandissima gratitudine per la storia, l’esperienza gli incontri fatti. Mai avrei immaginato di incontrare tanti pezzi di mondo, di storia di umanità». Una gratitudine declinata in dettaglio, «per ognuna delle persone con cui ho lavorato, gli amministratori del Meeting, la redazione culturale, i collaboratori, le istituzioni, i partner, i relatori, i curatori delle mostre, i tantissimi volontari che hanno dato gratuitamente il loro tempo. Porto nel cuore i nomi e i cognomi di tantissimi».

72 anni, nata a Varazze (Savona) ma riminese di adozione, docente di letteratura, Emilia Guarnieri era stata eletta presidente del Meeting nel 1992. Durante la sua esperienza ai vertici dell’associazione, ha avuto modo di presentare le varie edizioni della manifestazione anche a Gerusalemme, Berlino, Praga, Mosca, Parigi, Il Cairo. Nella capitale egiziana ha incontrato il Grande Imam di Al-Azhar Ahmed al-Tayyeb. In un’altra missione, svoltasi nel marzo 2019 a Riad, in Arabia Saudita, si è incontrata con il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale Muhammad bin Abdul Karim al-Issa e a Gedda con Abdulaziz Ahmed Sarhan, segretario generale dell’International Association for Relief, Welfare and Development (Iorwd), ong su base mondiale che opera in situazioni di gravi emergenze umanitarie.

La prima volta del Meeting per l’amicizia dei popoli fu nel 1980, su “La pace e i diritti dell’uomo”. Da allora ogni anno la manifestazione si realizza con il contributo di oltre 3mila volontari. «Anch’io sono sempre stata una volontaria del Meeting – racconta la presidente uscente -, in questi quarant’anni abbiamo messo insieme in campo la bellezza dell’esperienza umana che abbiamo incontrato nell’amicizia di don Giussani, perché potesse diventare un luogo di incontro, libertà, dialogo e costruzione comune con tutti. Un grande amico negli anni Ottanta, ai primi passi del Meeting, mi disse: “Ricordati Emilia che il Meeting non è tuo”. Io sono cresciuta con questa consapevolezza e almeno “tentativamente” con la libertà di chi ha tra le mani qualcosa la cui origine lo precede».

Ora l’appuntamento è con l’edizione 2020 del Meeting, che ha come titolo “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. «Anch’io desidero questa meraviglia di cui parla il titolo dell’edizione di quest’anno – la conclusione di Guarnieri -. Conto di godermi questo Meeting quanto mi sono goduta gli altri quaranta, magari anche di più, chissà, sono molto curiosa».

5 marzo 2020