Mattarella premia gli “eroi” del quotidiano

Consegnata al Quirinale l’onorificenza al Merito della Repubblica italiana a 32 cittadini distintisi per atti di eroismo e impegno civile. «Solidarietà è sentirsi parte di una comunità»

Sono 32 gli “eroi” del quotidiano premiati ieri, 17 febbraio, al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’onorificenza al Merito della Repubblica italiana: cittadini che si sono distinti per atti di eroismo e di impegno civile. «La solidarietà che avete manifestato – ha detto loro il Capo dello Stato – non è soltanto altruismo. È invece sentirsi parte di una comunità. E praticarla rende i cittadini protagonisti e costruttori della società». Quindi ha aggiunto: «So che molti di voi hanno manifestato sorpresa quando hanno avuto la notizia di questi riconoscimenti, e lo capisco: non mi sorprende perché pensavate, e pensate, di aver fatto semplicemente quel che vi appariva giusto nelle circostanze che si sono presentate o negli eventi che avete attraversato». Questa “sorpresa”, per Mattarella, «accresce la riconoscenza perché, come è ovvio, come è evidente dai vostri comportamenti, non lo avete fatto per ottenere la notorietà dei riflettori. Ed è veramente un motivo di ringraziamento forte che avverto nei vostri confronti».

Il presidente della Repubblica si è soffermato poi sugli ambiti del loro impegno. «Aiutare delle persone in pericolo, impegnarsi per far superare condizioni di sofferenza e difficoltà, di emarginazione, di bisogno, impegnarsi per la cultura e la ricerca scientifica, adoperarsi per la difesa dell’ambiente, attivarsi per la legalità. Sono tutte manifestazioni di un unico ambito, che è quello della solidarietà, del coraggio di essere solidali nei confronti di singole persone o della società nel suo complesso. Questo – ha ammonito – è ciò che significa avvertire il senso di un destino comune della nostra convivenza in Italia, e non soltanto nei nostri confini, ma in un mondo che sempre più presenta sorti comuni nel suo futuro e nel suo presente, addirittura».

Di solidarietà il presidente della Repubblica ha parlato contrapponendola alla «spinta egoista», che «va in direzione dello star bene da soli». Il senso di solidarietà, al contrario, ha spiegato, «porta a sostenersi reciprocamente, all’avere bisogno degli altri per condividere speranze e difficoltà, e per camminare insieme, come nella convivenza è indispensabile». Nessun “buonismo” «da libro Cuore», dunque, ma piuttosto la consapevolezza che «la convivenza è questione comune; significa rendersi conto che è necessario attivarsi concretamente perché la società si sviluppi positivamente per il suo progresso in tutti i settori. Perché la solidarietà consente al Paese di crescere e progredire».

Dopo aver ricordato i doveri inderogabili di solidarietà sanciti dall’articolo 2 della Costituzione, Mattarella ha rilevato come «nella storia moderna e contemporanea ci sono due parole che hanno avuto grande successo, per fortuna: libertà ed uguaglianza. Ma – ha osservato – se non vi fosse accanto ad essi il senso della convivenza rischierebbero di essere due parole incompiute. Una società fatta di liberi e uguali, ma non solidali, rischierebbe di essere sterile. E, in realtà, senza il senso della convivenza comune rischiano anche di venir meno la vera uguaglianza e la vera libertà».

Da ultimo, un tributo. «Nel nostro Paese – le parole del Capo dello Stato – vi è tanta solidarietà. Vi sono molte radici, profonde, antiche: la sua civiltà, la sua cultura, il suo umanesimo. È un carattere tradizionale della nostra società, del nostro Paese». Ma la solidarietà «non si realizza per inerzia, automaticamente; va fatta vivere, praticandola e realizzandola nelle varie stagioni, perché altrimenti si disperde». È «necessario» dunque «far conoscere quel che di bene avviene. Raccontarlo. Diffondere la notizia. Facendolo si rende anche un servizio alla verità e un servizio alla Repubblica».

18 febbraio 2020