«Nessun cittadino è al di sopra della legge». Non ha usato mezzi termini il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo questa mattina, 12 settembre, alla Camera dei deputati in occasione della cerimonia per il 100° anniversario della nascita di Oscar Luigi Scalfaro, nono capo dello Stato italiano, deceduto a Roma il 29 gennaio 2012. «Come hanno disposto i costituenti, nel nostro ordinamento non esistono giudici elettivi. I nostri magistrati – le parole di Mattarella – traggono legittimazione e autorevolezza dal ruolo che loro affida la Costituzione. Non sono, quindi, chiamati a seguire gli orientamenti elettorali ma devono applicare la legge e le sue regole». E ancora: «Come spesso ebbe a ricordare anche il presidente Scalfaro, queste valgono per tutti, senza aree di privilegio per nessuno, neppure se investito di pubbliche funzioni; neppure per gli esponenti politici. Perché nessun cittadino è al di sopra della legge». Il capo dello Stato ha evidenziato che «la Repubblica e la sua democrazia sono presidiate da regole. Il rispetto di queste è indispensabile: sempre, quale che sia l’intenzione di chi si propone di violarle».

Ricordando il settennato di Scalfaro al Quirinale, dal 1992 al 1999, e il suo successivo impegno a difesa della Costituzione, il presidente della Repubblica ha sottolineato che «al di là delle legittime diverse valutazioni, rimane il riconoscimento, con assoluta chiarezza, della sua fedeltà alla Costituzione, del suo ottimismo incrollabile sulle sorti dell’Italia, della sua determinazione nell’assumere posizioni considerate giuste, anche contro, se necessario, l’opinione prevalente; incurante della possibilità di attacchi, di eventuale impopolarità, attento soltanto al suo dovere verso la comunità nazionale». In una stagione che Mattarella ha definito «tormentata, piena di insidie e di sussulti», Scalfaro «fu un uomo saldo nei convincimenti, risoluto e coraggioso nelle decisioni. Un uomo, forse, di altri tempi. Ma che seppe essere all’altezza dei tempi quando fu chiamato ad assolvere, con dignità e onore, le massime responsabilità nella vita dell’Italia repubblicana».

12 settembre 2018