Mattarella: l’Ucraina nella Ue «il prima possibile»

Il presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale il primo ministro di Kyev Denys Shmyhal. «Confermo il sostegno pieno dell’Italia, in ogni ambito e finché sarà necessario». Al Palazzo dei Congressi la conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina

«L’Italia esprime il forte convincimento favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea nel più breve tempo possibile». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo questa mattina, 26 aprile, al Quirinale il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Accanto al capo dello Stato anche il vice premier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani.

Da Mattarella, parole di apprezzamento per l’impego del governo dell’Ucraina «per il cammino di riforme intraprese per rispettare i parametri comunitari». Quindi la rassicurazione: «Confermo il sostegno pieno dell’Italia all’Ucraina, in ogni ambito e finché sarà necessario. La difesa dell’indipendenza, della libertà e dell’integrità territoriale dell’Ucraina è un valore fondamentale per tutti i Paesi del mondo che credono nella libertà dei popoli e delle persone – ha aggiunto -. Tutti desideriamo la pace, ma deve essere una pace giusta che rispetta l’integrità dell’Ucraina».

Nel corso dell’incontro, riferiscono dal Quirinale, si è discusso anche di sicurezza nucleare, della ricostruzione e delle trattative di pace. E proprio alla ricostruzione dell’Ucraina è dedicata la conferenza bilaterale che si svolge oggi, 26 aprile, al Palazzo dei Congressi, nel cuore dell’Eur. A fare gli onori di casa, la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani (Esteri) e Matteo Salvini (Infrastrutture e trasporti), i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia) e Adolfo Urso (Sviluppo economico). In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal e, tra gli altri, il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba.

«Il futuro dell’Ucraina sarà di pace, benessere e sempre più europeo», ha affermato Meloni, ribadendo a più riprese che «l’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi a sostegno dell’Ucraina sul piano politico, militare, umanitario e anche della ricostruzione per alcune infrastrutture strategiche nelle aree liberate». Sia a livello bilaterale che multilaterale, «noi continueremo a fare la nostra parte», ha assicurato la premier. E ancora: «Continueremo a fornire tutto il sostegno necessario, anche al piano di pace in 10 punti che è stato presentato dal presidente Zelensky», ha aggiunto, anticipando che l’Italia – che nel 2024 sarà presidente di turno del G7 – si candida a ospitare nel 2025 la Ukraine Recovery Conference, «una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno».

In videocollegamento l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ricordato che «siamo tutti insieme nel nostro desiderio di libertà, di sicurezza, e benessere per i nostri genitori, i nostri figli, le nostre città. Di questo vi propongo di parlare». Si tratta, insomma, di capire come «dare più libertà e sicurezza ai nostri bambini e alle nostre città». Quindi, il grazie all’Italia e alla premier Meloni: «Cara Italia, grazie per aver organizzato questa conferenza per sostenere e ricostruire l’Ucraina».

Nelle parole del premier ucraino Shmyhal , «siamo a un nuovo livello della partnership tra i nostri Paesi. La ricostruzione inizia adesso. Siamo uniti nella difesa e siamo uniti nella ricostruzione», ha detto in un punto con la stampa con la sua omologa italiana, ringraziando «la presidente del Consiglio, le istituzioni e il popolo per il sostegno a 360gradi. L’Italia è stata chiave nel sostegno all’Ucraina per l’adesione dell’Ue, lo ricorderemo», ha assicurato.

Presenti al Palazzo dei Congressi anche circa 600 aziende italiane, chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. Il governo infatti considera fondamentale il coinvolgimento dei soggetti privati, perché la ricostruzione vale 411 miliardi e non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. Allo stesso tempo, si sottolinea, Kiev dovrà portare portare avanti le riforme per garantire più legalità e trasparenza, creando un ambiente favorevole alla realizzazione dei progetti.

26 aprile 2023