Mattarella: «L’Italia si muove per la pace»
Il messaggio del presidente della Repubblica al capo di stato maggiore della Difesa nella festa della Repubblica e il riferimento alla guerra in Ucraina. «Come 76 anni fa, ribadiamo le ragioni che hanno spinto il popolo italiano a percorrere il cammino verso uno Stato democratico»
È la guerra in Ucraina, arrivata ormai alla soglia dei 100 giorni, a fare da filo conduttore al messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al capo di stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in occasione della festa della Repubblica, ieri, 2 giugno. Il punto di partenza resta quel 2 giugno del 1946, quando «con la scelta della Repubblica, il popolo italiano si incamminò sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario come quello fascista. Una opzione che venne poi solennemente ratificata nella Costituzione». Quindi, «il nostro contributo – e in esso delle forze armate – alla causa della pace e della cooperazione internazionale si è caratterizzato con l’adesione al Trattato del Nord-Atlantico sottoscritto fra Paesi amanti della libertà, con la costruzione graduale e crescente della unità europea, con la partecipazione all’Onu e alle sue iniziative».
Nell’analisi del capo dello Stato, sono le premesse che hanno reso possibile realizzare «un clima di crescente fiducia che, diminuendo le tensioni, consentiva di ridurre ragioni e clima di un confronto talvolta ai limiti del contrasto, senza tuttavia mai oltrepassare quelli che conducono al conflitto». Oggi, l’aggressione russa all’Ucraina, di fatto, ha cambiato il mondo. «L’attuale contesto internazionale ci interroga profondamente su come sia possibile garantire oggi il bene indivisibile della pace – riflette Mattarella -. Le aggressioni ai civili, le devastazioni delle città nel cuore della nostra Europa, pensavamo appartenessero a un passato remoto, ma la drammatica cronaca di questi giorni ci ricorda come stabilità e pace non sono garantite per sempre. La pace non si impone da sola ma è frutto della volontà e dell’impegno concreto degli uomini e degli Stati. Una pace basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; una pace basata sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi tra Nazioni; una pace basata sul rispetto dei diritti umani».
In questo contesto, «centrale», per il presidente, il ruolo dell’Italia e di tutta la comunità internazionale nel favorire il dialogo. «Dobbiamo farlo uniti, insieme – afferma -. La nostra esperienza ci ha mostrato come si possa costruire una convivenza stabile e duratura, anche all’indomani di conflitti sanguinosi. Lo ribadiamo oggi mentre siamo a fianco dell’aggredita Ucraina. La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue forze armate, sulla base dei mandati affidati da governo e Parlamento, concorrono a questo compito. Come 76 anni fa – aggiunge – ribadiamo le ragioni che hanno spinto il popolo italiano, dopo le sofferenze di due guerre mondiali e della dittatura, a percorrere il lungo cammino verso uno Stato democratico, i cui valori di libertà, pace, uguaglianza e giustizia, diventarono i principi di supremo riferimento per i cittadini e il Paese».
Da ultimo, un riferimento diretto alle forze armate, «protagoniste in questo percorso» e «risorsa preziosa» sia dentro che fuori dai confini del Paese, «come evidenziato anche dalle vicende della gestione della pandemia. I riconoscimenti che pervengono alle nostre forze armate sono la prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità che si sono conquistati.
Ai soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e al personale civile, di ogni ordine e grado giungano, in questo giorno di festa, l’apprezzamento e la gratitudine per il servizio offerto alla comunità», è la conclusione di Mattarella.
3 giugno 2022