«Monito perenne e lezione universale». Nel Giorno della Memoria, ieri, 27 gennaio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto queste parole per ricordare la Shoah e il suo carattere «unico e terribile», che «trascende la dimensione storica del suo tempo». Davanti a lui, al Palazzo del Quirinale, i sopravvissuti ai campi di sterminio, i presidenti del Consiglio, del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale. «Ignobile», il commento lapidario del capo dello Stato riguardo alla scritta antisemita sul muro di una casa di Mondovì appartenuta a una staffetta partigiana.

«Le leggi razziali, in Germania come in Italia – ha ricordato Mattarella -, negavano agli ebrei l’istruzione, l’affettività, il lavoro, la proprietà, la casa, la cittadinanza, i diritti. Negare l’umanità per poi sopprimere. E tutto questo avveniva nell’indifferenza di tanti». Indifferenza che è «l’anticamera della barbarie. Un’indifferenza diffusa. Anche in Italia». Proprio per questo per il presidente della Repubblica «è doveroso ricordare, e celebrare, i tanti eroi, i “Giusti” delle nazioni che, a rischio della vita, hanno salvato decine e decine di ebrei in pericolo. I loro gesti, coraggiosi e temerari, sono come piccole fiaccole di luce e di speranza che hanno rischiarato una notte di tenebre”.

Nelle parole di Mattarella, anche il ricordo della storia italiana e di una persecuzione dei cittadini ebrei durante il regime fascista che «non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all’acqua di rose. Fu feroce e spietata. E la metà degli ebrei italiani, deportati nei campi di sterminio, fu catturata e avviata alla deportazione dai fascisti, senza il diretto intervento o specifica richiesta dei soldati tedeschi». La memoria delle vittime innocenti di quelle atrocità è stata indicata dal presidente della Repubblica come «patrimonio dell’intera nazione, che va onorato, preservato e trasmesso alle nuove generazioni perché non avvengano mai più quegli orrori».

Dal capo dello Stato infine anche un monito. «Il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo – ha detto – non è confinato in una isolata dimensione storica ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano».

28 gennaio 2020