Mattarella: «La pandemia ci ha ricordato che siamo tutti uguali»

Il presidente della Repubblica tra i bambini della scuola primaria Geronimo Stilton. «Sono vecchio e tra qualche mese potrò riposarmi». Il consiglio: «Aiutarsi vicendevolmente. Vale all’interno della scuola e in un Paese grande come l’Italia»

«L’attività è impegnativa ma tra otto mesi il mio incarico termina. Sono vecchio e tra qualche mese potrò riposarmi». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha raccontato con queste parole ieri mattina, 18 maggio, il suo impegno al Quirinale,  rispondendo alle domande degli studenti dell’Istituto comprensivo Fiume Giallo – Scuola primaria “Geronimo Stilton” di Roma, in occasione della presentazione de “Il mio diario” per l’anno scolastico 2021/2022, l’agenda scolastica della Polizia di Stato. «Quando mi è stato chiesto se ero disposto ad essere eletto presidente della Repubblica mi sono preoccupato – ha raccontato ai bambini -, perché conoscevo quanto sia impegnativo e anche faticoso il compito del presidente». Ma «ci sono due cose che aiutano. La prima è che ho chiamato attorno a me dei collaboratori molto bravi, che mi aiutano ad esaminare le questioni e a decidere in maniera tempestiva ed immediata.  L’altra, soprattutto – ha continuato -, è che in Italia in base alla nostra Costituzione non c’è una sola persona, un solo organo che decide» ma «le decisioni sono distribuite tra tanti organi e tante persone», ha spiegato riferendosi a governo e parlamento. «Il presidente della Repubblica deve conoscere tutto, seguire tutte quante le decisioni degli altri ed eventualmente intervenire con dei suggerimenti», ha chiarito ai bambini.

Nelle parole del capo dello Stato, anche il riferimento alla pandemia, a «questa malattia così grave e insidiosa ci hanno ricordato che siamo tutti, tutti persone umane». E proprio l’uguaglianza, ha ribadito, è «il fondamento di tutti i diritti. Siamo tutti uguali di fronte alla legge, dice la Costituzione: bambini, grandi, vecchi, femmine, maschi; qualunque sia la nostra opinione, la nostra condizione economica o sociale; i ricchi e quelli che hanno difficoltà economiche, siamo tutti uguali; qualunque sia il colore della pelle, l’etnia da cui si proviene. Siamo tutti uguali – il monito di Mattarella -, quindi dobbiamo rispettarci nella stessa maniera e nella stessa misura».

Ai bambini, ancora, il presidente della Repubblica ha rinnovato l’invito a studiare. «Studiare è importante – ha detto – ma la cosa più importante è aiutarsi reciprocamente. Aiutarsi nelle difficoltà, non nel copiare», ha immediatamente precisato, ricordando che «le regole vanno rispettate, anche questo è importante». Bisogna aiutarsi, quindi, «in ogni cosa in cui qualcuno abbia bisogno di essere sostenuto. Se qualcuno ha qualche problema con una materia o con qualche compito – l’esempio portato dal capo dello Stato -, aiutarsi vicendevolmente è molto importante. Aiutarsi se per esempio qualcuno ha difficoltà nel camminare. Aiutarsi vicendevolmente – ha ammonito -, vale all’interno di una scuola, in qualunque paese o in una grande città. Vale anche in un grande Paese come l’Italia».

Mattarella lo ha ribadito ancora con parole chiare: «Se ci si aiuta vicendevolmente si vive meglio e ciascuno sta meglio. Vivere insieme significa che ognuno ha bisogno degli altri; quindi aiutarci rende migliore la vita di tutti quanti». Guardando quindi all’esperienza della pandemia, ha evidenziato che «in questo anno abbiamo imparato, ancora una volta abbiamo appreso, che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri. Abbiamo avuto bisogno dell’aiuto dei medici, degli infermieri, delle persone che al supermercato continuano a lavorare per acquistare le cose che servivano per mangiare, di coloro che conducevano gli autobus per potersi muovere».

Aiutare gli altri, insomma, «significa in definitiva aiutare se stessi. Quando ci si aiuta si vive meglio; non soltanto ne riceve un beneficio la persona che viene aiutata ma anche colui che aiuto perché l’aiuto è sempre in direzione vicendevole. Questo è quello che vi suggerisco, da bambini e da grandi», ha aggiunto, anche se «ogni tanto da grandi questo si dimentica e non ci si aiuta abbastanza a vicenda. E si vive peggio». Ma poiché «si vive insieme» allora «si deve vivere aiutandosi».

Agli alunni della Geronimo Stilton il presidente della Repubblica ha sottolineato, poi, l’importanza di aver riaperto le scuole, che sottolinea «la ripresa della vita normale del nostro Paese. Ricordate i giorni del lockdown quando eravamo chiusi in casa senza poter uscire per il timore del contagio?», ha domandato. «Adesso i vaccini hanno iniziato a sconfiggere il virus», ha sottolineato, rivolgendo poi il suo ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine «perché in quei mesi erano in giro, in circolazione, anche affrontano il pericolo, per garantire il rispetto delle regole e la nostra sicurezza».

Riferendosi ai contenuti de “Il mio diario”, Mattarella si è soffermato infine sul valore dell’educazione alla legalità e lo ha definito «un vero strumento di educazione civica», che induce allo studio e alla riflessione sulla Costituzione. «L’uguaglianza – ha concluso – è la base della libertà, perché non c’è vera libertà senza uguaglianza. Ma tutte e due acquistano un valore maggiore se c’è fraternità, se c’è solidarietà tra le persone che vivono insieme in una scuola, in un Comune, nel nostro grande Paese che è l’Italia, in tutto il mondo».

20 maggio 2021