Mattarella: la difesa dello Stato di diritto, «responsabilità di tutti i poli d’Europa»

Visita del presidente della Repubblica nella Confederazione svizzera. «La minaccia posta dalla Russia richiede da parte delle democrazie uno slancio rinnovato di unità»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita di Stato nella Confederazione svizzera, ha incontrato ieri, 29 novembre, a Berna i Consiglieri federali, evidenziando che «la minaccia posta dalla Russia alla pace e alla sicurezza del nostro continente richiede da parte di tutte le democrazie, in particolare di quelle europee, uno slancio rinnovato di unità e di coesione. Oggi – ha osservato – il panorama internazionale è gravemente condizionato e ferito dalla guerra di aggressione scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, che ci riporta alla peggior epoca degli imperialismi e dei nazionalismi e che rappresenta una lacerazione profonda di quella fitta trama di norme e di principi giuridici che hanno dato forma e sostanza al sistema multilaterale fondato sul diritto internazionale e sulla eguaglianza fra gli Stati».

Mattarella ha ricordato che «fin dall’inizio del conflitto, Svizzera e Italia hanno assicurato massima solidarietà nei confronti del popolo ucraino, con un impegno che ha trovato momenti significativi nella Conferenza di Lugano dello scorso maggio per la ricostruzione dell’Ucraina e nella decisione di aderire alle misure sanzionatorie definite a livello internazionale. Consentitemi di esprimere la convinzione che un’efficace difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto sia una responsabilità che ricade su noi tutti, popoli del continente», ha aggiunto, facendo riferimento a «quelle “libertà dei moderni” giustamente esaltate da un grande pensatore svizzero, Benjamin Constant, in quanto essenza della civiltà europea».

Nelle parole del capo dello Stato, «le autocrazie sfidano il modello di pacifica convivenza internazionale e di convivenza democratica: è questione grave e non può essere sottovalutarla», è il monito. Si tratta, ha rilevato, di «sfide che non possono essere agevolate da incertezze e divisioni fra i popoli liberi». Anche per questo «lo sviluppo di relazioni sempre più strette tra Berna e l’Unione europea non solo non va abbandonato ma, anzi, a nostro avviso, va coltivato con ancora maggiore convinzione».

30 novembre 2022