Mattarella: «In Ucraina come altrove, riannodare i fili dell’umanità che la guerra spezza»

Il capo dello Stato alla cerimonia inaugurale de “Il grido della pace”, l’incontro internazionale nello spirito di Assisi promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Il presidente francese Macron: «La pace è possibile ma non può essere la consacrazione della legge del più forte»

La guerra che da 243 giorni si combatte in Ucraina è «sciagurata», per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Frutto di un nazionalismo esacerbato» per il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron. I due presidenti ieri sera, domenica 23 ottobre, hanno preso parte alla cerimonia inaugurale de “Il grido della pace. Religioni e cultura in dialogo“, incontro internazionale nello spirito di Assisi promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e giunto alla XXXVI edizione. Al Centro congressi la Nuvola, all’Eur, massiccia la presenza di rappresentanti delle grandi religioni, compresi i rappresentanti della Chiesa russa e delle diverse Chiese ucraine. In prima fila, accanto a Mattarella, anche il cardinale Vicario Angelo De Donatis, il neo ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.

Parlando del conflitto «mosso dalla Russia» all’alba del 24 febbraio scorso, Mattarella ha affermato che esso «rappresenta una sfida diretta ai valori della pace, mette ogni giorno in grave pericolo il popolo ucraino, colpisce anche il popolo russo, genera drammatiche conseguenze per il mondo intero». Una guerra che «stravolge le regole, i principi e i valori della vita internazionale – ha proseguito il Capo di Stato -. Approfondisce le divisioni nella comunità globale, chiamata invece a trovare soluzioni cooperative urgenti a problemi comuni: le crisi sanitarie e alimentari, gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, le minacce terroristiche». Necessario, per Mattarella, «un multilateralismo efficace» che possa anche bloccare «la perversa tentazione dell’escalation» con l’uso dell’arma nucleare.

Mattarella, Incontro "il grido della pace", 23 ottobre 2022, comunità di sant'egidioScenari inquietanti, è l’analisi del capo dello Stato, dinanzi ai quali non si può tacere ma invocare il «diritto alla pace», ha aggiunto Mattarella, rimarcando che deve trattarsi di «una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito» in ogni parte del mondo. «In Ucraina come altrove – ha proseguito – occorre riannodare i fili dell’umanità, che la guerra spezza. Occorre impedire che una nuova linea di “faglia” attraversi il mondo e si aggiunga alle troppe che già caratterizzano l’Europa, il Medio-Oriente, tanti luoghi del mondo, separando i popoli con rinnovate cortine di odio. È anzitutto una sfida in Europa e per l’Europa» la quale «non può e non deve permettersi di cadere “prigioniera” della precarietà, incapace di assolvere al suo naturale ruolo di garante di pace e di stabilità nel continente e nelle aree vicine».

Macron, Incontro "il grido della pace", centro congressi la nuvola, 23 ottobre 2022Per il presidente francese Macron la pace in Ucraina «è possibile» ma questa non deve essere «oggi catturata dal potere russo. Non può essere la consacrazione della legge del più forte, né il cessate fuoco che verrebbe a definire uno stato di fatto». Rifacendosi al titolo dell’incontro internazionale, nel suo lungo intervento a braccio Macron ha spiegato che il grido di pace si leva «proprio nel momento in cui gli ucraini si battono per resistere, per difendere la loro dignità, per proteggere le loro frontiere, il loro territorio e la loro sovranità nazionale. Una pace è possibile ed è quella che loro decideranno e che rispetterà i diritti degli ucraini di popolo sovrano». Macron – che il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi, a margine dell’incontro, ha definito colui che «può coagulare una iniziativa europea nei termini della pace» – ha detto di avercela «messa tutta» in questi mesi per aprire un dialogo con il presidente Putin. Ora «occorre lavorare sotto traccia – ha concluso -. Questo è essenziale, bisogna parlare al popolo russo, alle loro coscienze. Questa guerra non può appartenere a tutto il popolo russo».

Zuppi, Incontro "il grido della pace", 23 ottobre 2022, comunità di sant'egidioIl presidente della Cei Matteo Zuppi, citando più volte l’enciclica Fratelli tutti, ha chiesto ai presenti di far proprio «l’appello di Papa Francesco per l’Ucraina e che l’impegno per la pace e la giustizia, che vanno necessariamente assieme, trovi in tutti, a iniziare dagli uomini di governo, delle risposte all’altezza. E facciamo nostri i tanti appelli per le tante guerre che ci sollecitano un grido di pace». Nel momento storico in cui si parla «troppo di riarmo», per il cardinale è importante «riprendere un discorso forte in materia, per evitare che l’unica logica sia quella militare, e chiedere sempre che tutti i soggetti, con audacia e immaginazione, concorrano a tessere la tela della pace».

Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, poco prima dell’inizio dell’incontro, parlando con i giornalisti ha auspicato che si rilanci una cultura di pace sottolineando che «una delle cose più sciocche del nostro tempo è che dire “pace” voglia dire essere filo-putiniani». Il desiderio di pace «è nel cuore di tante persone, prima di tutto quelle che subiscono la guerra». È quindi importante aprire un orizzonte di pace, ossia «mobilitare le diplomazia – ha proseguito Riccardi -. È ora della diplomazia in tanti campi». Il popolo ucraino oggi «resiste alla guerra, ha bisogno della pace, la sogna» ha testimoniato Olga Makar, ucraina. «Un giorno questa guerra finirà – ha concluso – e quel giorno sarà il giorno di una nuova nascita per ognuno». Appelli alla pace sono stati rivolti anche da Haim Korsia, rabbino capo di Francia, e Shaykh Muhammad bin Abdul Karim al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale.

24 ottobre 2022