Mattarella: i giovani “Alfieri della Repubblica”, «testimoni di solidarietà»

Al Quirinale la cerimonia di premiazione con il presidente della Repubblica. «Non bisogna avere complessi nel pronunciare la parola “fraternità”. E nel viverla»

Premiati questa mattina, 13 maggio, al Quirinale i giovani “Alfieri della Repubblica”. «Testimoni di solidarietà», li ha definiti il presidente Sergio Mattarella, perché «espressione di generosità, di amicizia, di passione sociale, di impegno civile; atteggiamenti che per fortuna sono diffusi tra i nostri ragazzi. Le esperienze in cui vi siete personalmente segnalati non sono eccezioni – ha aggiunto -. Testimoniate una realtà di comportamenti esemplari più vasta. Le vostre storie, i riconoscimenti che ricevete oggi, la rappresentano».

Il capo dello Stato ha sottolineato che «la vita sociale non si svolge soltanto sulla base del rispetto delle regole che si è data: questo è il minimo. Per vivere davvero bene insieme, per raggiungere una condizione di vita sociale realmente appagante, in cui sentirsi davvero inseriti con piena soddisfazione». Ancora, «è necessario che via sia, oltre alla consapevolezza dei propri diritti, quella delle proprie responsabilità verso gli altri». Per Mattarella, «è l’esercizio di questa responsabilità che fa sentire realizzati, che rende sereni e, ancor più, rende anche felici».

Di contro, solitudine e individualismo «divengono progressivamente delle prigioni. Si è prigionieri della chiusura in sé stessi, dove la crescita personale rallenta, viene frenata; e dove il gusto della vita inaridisce. La solidarietà è anche la principale fonte di sicurezza collettiva. Perché poter contare sugli altri ci rende più sicuri. E perché fa crescere in noi la fiducia – ha proseguito  -. Pronunciamo di rado questa parola: fraternità. Viene da tanti ritenuta di significato esclusivamente religioso, quando non un’ingenua illusione di anime sognanti. Ma non è così. Non bisogna avere complessi o ritegno nel pronunciare questa parola. E nel viverla. La pace – a cui tutti diciamo di aspirare – si costruisce anzitutto a partire dalla vita di tutti in giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se chi ci è vicino in quel momento è uno sconosciuto, che incontra per caso la nostra strada», ha concluso.

13 maggio 2024