Mattarella: Europa e Africa, verso una «leale cooperazione»
Il presidente della Repubblica ha aperto i lavori della Conferenza ministeriale “Incontri con l’Africa”. Tra i temi, la pandemia e i cambiamenti climatici
La pandemia e i cambiamenti climatici, la lotta a terrorismo e fondamentalismo e le migrazioni. E, sullo sfondo, la sfida di una nuova stagione di «leale cooperazione» tra Europa e Africa. Si è articolato intorno a questi temi l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha aperto questa mattina, 8 ottobre, i lavori della Conferenza ministeriale “Incontri con l’Africa”. «Nessuno potrà dire di essere fuori dalla pandemia fino a quando non ne saremo tutti fuori – ha asserito il capo dello Stato – e questo vale particolarmente per due continenti così vicini e così legati come Africa ed Europa, così prossimi da costituire un’unica Regione, unita piuttosto che separata dal Mediterraneo. Sfide comuni ci interpellano e richiedono un impegno comune a a partire dall’emergenza sanitaria. Seppure ci stiamo lasciando alle spalle, come speriamo, il periodo più buio, molto resta ancora da fare – è il monito -. L’Africa, che ospita il 17% della popolazione mondiale, ha ricevuto soltanto il 2% della produzione mondiale dei vaccini. Vi è quindi, prima di ogni altra cosa, un problema di equa distribuzione che va risolto presto ed efficacemente».
Si tratta, nell’analisi del presidente, di «favorire lo sviluppo di una industria farmaceutica africana che consenta di mettere a valore le capacità di innovazione e l’esperienza dei ricercatori locali». Va in questa direzione anche l’iniziativa europea – «pienamente sostenuta dall’Italia» – di «investire un miliardo di euro per stimolare la produzione dei vaccini nel continente africano». Iniziativa che si affianca a quella di condividere 450 milioni di dosi di con i Paesi che hanno avuto finora scarso accesso ai vaccini. «Un passo nella giusta direzione», lo definisce Mattarella.
Nel discorso pronunciato alla Conferenza ministeriale, anche la necessità di una «lotta senza quartiere al terrorismo e a tutti i fondamentalismi, che continuano a rappresentare una minaccia per i nostri continenti, per i nostri valori, per i nostri popoli. Forze violente, pur se minoritarie, tengono in ostaggio intere popolazioni – la considerazione -. Gli africani sono in prima linea in questo fronte». Il Sahel e la regione dei Grandi Laghi, la Somalia e il Mozambico: «Milioni di donne e uomini sono oppressi da formazioni terroristiche», ha rilevato il capo dello Stato, aggiungendo che «migliaia di militari e civili, nelle numerose missioni dell’Unione africana e delle varie organizzazioni regionali cercano di opporsi. L’Europa e l’Italia – ha assicurato – continueranno a restare al fianco dei Paesi più esposti alla minaccia fondamentalista». Inevitabile, a riguardo, il ricordo dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vito Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo, «che hanno perduto la vita lo scorso febbraio mentre compivano una missione umanitaria nella regione dei Grandi Laghi».
Sul tavolo, nell’intervento di Mattarella, anche il tema del cambiamento climatico. «Non vi è sfida più grande e impegnativa, per l’umanità. Si tratta di una drammatica realtà, di cui i popoli dell’Africa hanno esperienza diretta già da decenni», ha detto. Quindi, ancora un monito: «Non è più tempo di ambiguità e di distinguo. Occorre agire subito per non pregiudicare definitivamente qualità di vita e sopravvivenza delle future generazioni. Dobbiamo garantire il massimo sforzo per raggiungere e superare gli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive che da Kyoto a Parigi abbiamo collettivamente assunto». In questo senso, la preCop e “Gioventù per il Clima” «hanno ancora una volta reso palpabile l’urgenza di agire, anche attraverso le voci di tanti giovani che hanno fatto di questo impegno una ragione di vita». Ora, «la prossima Cop26 rappresenterà uno spartiacque, ne dobbiamo tutti essere consapevoli. Sui Paesi di vecchia e nuova industrializzazione ricadono le maggiori responsabilità. Non è ammesso distrarsi». E anche il continente africano «è chiamato a far sentire alta la sua voce e non soltanto perché è in prima linea nel fronteggiarne gli effetti».
Per il presidente della Repubblica, «oggi è finalmente la stagione di una leale cooperazione» tra Europa e Africa; una stagione nella quale «i problemi principali toccano tutti, e le soluzioni hanno bisogno del contributo di ciascuno». La “chiave”, ha spiegato, sta nel «rafforzare la consapevolezza della complementarietà fra Africa ed Europa, che un frangente storico così complesso rende ancora più evidente. “Il continente africano – ha continuato – rappresenta il partner naturale per l’Unione europea: l’altra faccia di una stessa medaglia. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Non comprenderlo adesso ci porterebbe a constatare, fra qualche anno, di essere stati silenziosamente, ma inesorabilmente, relegati alla periferia del pianeta. Al contrario, africani ed europei, insieme, possono fare dei due continenti una vasta e integrata regione, stabile politicamente, dinamica economicamente e vibrante culturalmente». Africa ed Europa insomma, ha affermato Mattarella ricordando un grande Padre dell’Africa, Léopold Sédar Senghor, «con le loro rispettive esperienze, storicamente uniche, di integrazione continentale, sono chiamate a farsi promotrici di un rinnovato multilateralismo, forti di un condiviso “umanesimo”, con al centro dell’azione politica, a livello nazionale e internazionale, l’uomo e la sua aspirazione a vivere con dignità in società più eque, più inclusive, più sostenibili».
Ultimo punto del discorso del presidente della Repubblica: la sfida delle migrazioni. «Il fenomeno migratorio deve essere governato a vantaggio di tutti – ha affermato -. Diversamente ne saranno travolti, insieme, le ragioni dell’umanità e gli ordinamenti statali». Per il Capo dello Stato, «è interesse comune che il continente possa riprendere convintamente il cammino della crescita, avvalendosi delle straordinarie energie dei giovani africani, della loro capacità di creare innovazione e valore. Il tempo dell’Africa è adesso», ha ammonito, assicurando che «l’Italia, anche nel quadro della sua appartenenza all’Unione europea e alle alleanze internazionali di cui è parte, intende continuare a lavorare con i partner africani per costruire congiuntamente un orizzonte di pace, sviluppo e benessere. Il rafforzamento della nostra rete diplomatica, con l’apertura di nuove Sedi in diverse capitali africane – ha aggiunto – testimonia la determinazione a consolidare un partenariato di lungo periodo per affrontare insieme i temi della sicurezza, dello sviluppo sostenibile, di una gestione più efficace del fenomeno migratorio e della promozione dei valori di libertà, di partecipazione e del dialogo tra i popoli, quali antidoti ai conflitti, alla radicalizzazione e all’instabilità».
8 ottobre 2021