Mattarella alle Fosse Ardeatine nell’anniversario dell’eccidio
Il 24 marzo 1944 le truppe di occupazione tedesca trucidarono 335 persone, come rappresaglia per l’attentato di via Rasella. 80 anni dopo, la commemorazione con il presidente della Repubblica e il sindaco Gualtieri. «Ricorrenza che unisce»
Quasi non batte ciglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre vengono pronunciati uno dopo l’altro i nomi delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il suo sguardo è completamente immerso nello schermo posizionato all’ingresso del sacrario, dove scorrono in successione i volti in bianco e nero. Sono passati ottant’anni da quel 24 marzo 1944, quando 335 persone, di età compresa tra i 14 e i 72 anni, scelti a caso dalle truppe di occupazione tedesca, furono trucidate nelle fosse di pozzolana sulla via Ardeatina con un colpo alla nuca, come punizione esemplare a seguito dell’attentato di via Rasella. Tra di loro militari, civili, prigionieri politici ed ebrei, i cui corpi vennero poi ammassati. E successivamente fu fatto saltare tutto con cariche di dinamite per nascondere l’eccidio.
Questa mattina, 22 marzo, c’è stata la cerimonia di commemorazione per l’ottantesimo anniversario all’interno del mausoleo. Presenti molti cittadini e familiari delle vittime, che hanno salutato Mattarella all’uscita, rivolgendogli un grande applauso. «Grazie presidente, grazie per quello che fa per il popolo italiano», sono state le loro parole. Sul palco, insieme al capo dello Stato, c’erano il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il ministro della difesa Guido Crosetto, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun.
Mattarella è arrivato al mausoleo alle 10, ha superato la statua in travertino delle “Tre età” e ha deposto una corona d’alloro sulla lapide dedicata ai caduti, rimanendo in silenzio per qualche minuto. Alla lettura dei 335 nomi delle vittime – a opera di Marco Trasciani, segretario generale dell’Anfim, Associazione nazionale famiglie italiane martiri, (presente anche il presidente Francesco Albertelli), è seguita la lettura del salmo 8 da parte di monsignor Sergio Siddi, cappellano militare, che ha recitato anche il Padre Nostro. Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica ha invece pronunciato una preghiera in lingua ebraica.
La cerimonia si è conclusa con l’ingresso di Mattarella all’interno del Mausoleo, dove ha reso omaggio ai caduti. Dopo il presidente sono entrati anche i familiari delle vittime, che hanno deposto fiori e recitato preghiere nel più assoluto silenzio. Per non dimenticare «la più grande strage urbana della seconda guerra mondiale», come l’ha definita Gualtieri, a margine della commemorazione. «È una ricorrenza dolorosa che unisce e che ci fa pensare all’importanza dei valori di libertà che abbiamo conquistato e che sono scolpiti nella nostra Costituzione», ha concluso il sindaco.
22 marzo 2024