Matisse alle Scuderie del Quirinale

La mostra ricostruisce la magia dei cromatismi accostando i dipinti del maestro agli oggetti orientaleggianti da cui trasse ispirazione

La mostra ricostruisce la magia dei cromatismi accostando i dipinti del maestro agli oggetti orientaleggianti, di varia natura, da cui trasse ispirazione

La mostra alle Scuderie del Quirinale “Matisse arabesque” risponde ad un preciso intento espositivo: non realizzare una retrospettiva antologica sul pittore francese, tanto amato dal grande pubblico, ma ricostruirne la magia dei cromatismi accostando ai suoi dipinti e disegni (molti dei quali non noti) oggetti orientaleggianti di varia tipologia da cui trasse ispirazione. Si tratta di ceramiche, intarsi lignei, tessuti, maschere africane, eccetera, le cui geometrie, simmetrie, parallelismi, linee essenziali e ieratiche, prive di sostanza e volume, rimandano ad un mondo antico.

Mondo conosciuto attraverso le sue frequentazioni al Louvre e i numerosi viaggi nel Mediterraneo e in Oriente, che negli anni, attraverso il filtro della memoria, lo portarono – “come un giocoliere che all’inizio ha imparato a tener sospese solo due palle, e poi quattro, cinque e sei”-, a costruire una superficie pittorica nuova, in cui spazio interno ed esterno si compenetrano grazie all’uso sapiente dei segni. Una lunga riflessione estetica – indicativa in tal senso è la fotografia scattata da Henri Cartier-Bresson nel 43-44 che lo ritrae seduto in poltrona davanti ad una tenda (una delle tante acquistate nelle regioni del mondo, con cui questo figlio di commercianti di tessuti amava tappezzare i suoi atelier), assorto nei suoi pensieri.

Abbandonata la tecnica della verisimiglianza, la natura diviene lo spazio, il “dizionario da cui attingere il lessico”, in una sintesi tra elementi propri alla cultura occidentale e orientale. Il motivo della decorazione, l’orientalismo, diviene dunque motivo d’indagine pittorica meno intimistica, rispetto a quella ottocentesca, e più plastica. Diviene pittura di uno spazio organizzato secondo proporzioni, e non dettagli finiti e disposizioni dei soggetti, i cui contorni, levità e frontalità sono in funzione dei cromatismi. “Nulla – diceva – vieta di comporre con pochi colori, così come la musica è interamente costruita su sette note. Si tratta di far vedere le differenze, di farle risaltare”.

La mostra dà conto anche della collaborazione di Matisse – come tanti artisti dell’epoca, tra cui lo stesso Picasso – con i Balletti Russi di Diaghilev, per il quale ha realizzato costumi ed abiti di scena del Chant du Rossignol del 1920 di Stravinskij: una sorta di opera totale, dove balletto, musica e pittura si intrecciano in un’unica visione. La mostra, che ospita inoltre anche una sezione dedicata all’arte nipponica, si conclude con studi su foglie, piante e alberi con una citazione del pittore: “La massima semplicità coincide con la massima pienezza”. Segue il capolavoro “Pesci rossi”.

“Matisse. Arabesque” c/o Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16. Fino al 21 giugno 2015 Curatrice: E. Coen. Catalogo Skira: euro 32,00 in mostra. Non si effettua chiusura settimanale . Orari: Domenica –  giovedì dalle 10.00 alle 20.00 Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Biglietti: Intero 12,00 euro; Ridotto 9, 50 euro. Gruppi: dal lunedì al venerdì € 9,50 per persona;sabato, domenica e festivi € 12,00 per persona, prenotazione obbligatoria a pagamento € 30,00 (min. 7 max 25 persone). Scuole:dal lunedì al venerdì € 4 per studente, prenotazione obbligatoria a pagamento € 20,00 (min. 7 max 25 studenti) La biglietteria chiude un’ora prima. Per informazioni, prenotazioni, visite guidate e laboratori: Tel. 06.39967500.

 

10 aprile 2015