Martiri cristiani, esempio d’amore che «illumina il buio delle paure»

A Santa Maria in Trastevere la veglia ecumenica per i testimoni della fede del nostro tempo, con il cardinale Farrell. 4.761 i cristiani uccisi lo scorso anno

Ripercorrendo idealmente i passi di Papa Francesco nel suo ultimo viaggio apostolico in Iraq, e seguendo il suo esempio di vicinanza ai tanti cristiani perseguitati nella terra di Abramo, dalla basilica di Santa Maria in Trastevere si è levata la preghiera per «tutti coloro che nel mondo continuano ad affrontare non solo la morte fisica, ma anche la “morte psicologica” e “spirituale” causata dalle discriminazioni religiose, dalla mancanza di libertà, dall’impossibilità di vivere e praticare la propria fede e la carità verso il prossimo». Così il cardinal Kevin Joseph Farrell, prefetto del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, ha introdotto ieri sera, 29 marzo, la veglia di preghiera ecumenica in omaggio ai martiri contemporanei che con il loro estremo sacrificio hanno reso a Dio la suprema testimonianza d’amore per la verità e la giustizia. Un pensiero anche alle 20 persone ferite il 28 marzo, Domenica delle Palme, nell’attentato suicida davanti alla cattedrale cattolica a Makassar, sull’isola indonesiana di Sulawesi.

Tradizionalmente promossa dalla Comunità di Sant’Egidio nella Settimana Santa, la veglia ha messo al centro le sofferenze che quotidianamente vive un cristiano su otto. Tra il 1° ottobre 2019 e il 30 settembre 2020, secondo la World Watch List 2021, a offrire la propria vita sono stati 4.761 cristiani: 13 al giorno; fra loro otto missionari mozambicani appartenenti alla Comunità di Sant’Egidio.  Bisogna pensare alle loro sofferenze «vivendole come fossero nostre – ha affermato il porporato -. Il mondo è davvero piccolo. Ciò che accade in Iraq o in Pakistan o in Nigeria è come se accadesse qui. Niente più ci è estraneo. Tutti siamo vicini».

Durante il momento di preghiera per i martiri di tutte le Chiese cristiane, trasmesso in diretta sul sito della Comunità, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook, sono stati scanditi i nomi di sacerdoti, suore, missionari, volontari morti non solo per mano d’uomo ma anche a causa del Covid-19. Per ogni nome è stata accesa una candela e quattro crocifissi sono stati posti ai piedi dell’altare in rappresentanza dei quattro continenti. Decine di persone che «hanno dato la vita per fedeltà al Vangelo e per fedeltà al servizio degli altri – ha affermato Farrell -, specialmente i più poveri e dimenticati, servizio che avevano abbracciato come loro principale vocazione di vita».

Ricordando il viaggio di Bergoglio in Iraq, fatto «superando tante difficoltà e affrontando anche possibili rischi», il porporato ha rimarcato che «la vicinanza fra fratelli nella fede incoraggia e dà speranza perché rompe la solitudine e si fa carico del dolore degli altri». Questo periodo di emergenza sanitaria sfociata in crisi economica potrebbe «provocare, anche nei cristiani, un pericoloso ripiegamento su se stessi per cui tutto l’orizzonte della vita rischia di ridursi alla sola preoccupazione di preservare la salute e il benessere economico», ha avvertito Farrell secondo il quale in questo contesto guardare alle vite dei martiri «fa bene» perché, il loro esempio di amore per il prossimo «illumina il buio delle paure e delle meschinità». Dal cardinale, infine, un ringraziamento alla Comunità di Sant’Egidio per il «generoso impegno in numerosi Paesi del mondo a servizio della pace e della riconciliazione».

30 marzo 2021