Mario Martone al Teatro dell’Opera con “The Bassarids”

In scena l’opera tratta da Le Baccanti di Euripide. Alessio Vlad: «Opera sull’intolleranza, di un’attualità imperssionante». Orchestra diretta da Soltesz

In scena l’opera tratta da Le Baccanti di Euripide. Alessio Vlad: «Opera sull’intolleranza, di un’attualità imperssionante». Orchestra diretta da Stefan Soltesz

Il Teatro dell’Opera di Roma alza il sipario sulla nuova stagione 2015-2016, e ad inaugurarla sarà Mario Martone. Venerdì 27 novembre il regista napoletano porterà in scena “The Bassarids” di Hans Werner Henze, su testo dei poeti Auden e Chester Kallman tratto da Le Baccanti di Euripide. Un nuovo allestimento per una tragedia «senza catarsi, in cui ci sono solo domande, profondità e oscurità – spiega Martone -, sia sul piano individuale che collettivo». Una storia di cui non sfugge allora la somiglianza con la cronaca dei nostri giorni. «Questa è un’opera sull’intolleranza di un’attualità impressionante rispetto a quello che sta succedendo in questo periodo», sottolinea il direttore artistico dell’ente lirico capitolino, Alessio Vlad. Proprio come oggi «ci sono teste mozzate e sovvertimenti di potere, con la differenza – puntualizza però Martone – che qui tutto si presenta sotto un segno capovolto, per cui chi libera è violento e chi reprime è vittima, mentre a noi spetta di doverci confrontare con il mistero, la complessità e l’oscurità. Come dicono le baccanti, devi prendere la complessità umana, semplificare non è possibile, poiché il destino dell’uomo non è avere una strada facile». Questa, dunque, la lezione dell’ultima tragedia di Euripide – scritta tra il 407 e il 406 a.C. – che ha saputo guardare «nel disordine indomabile che è dentro ogni essere umano e dunque dentro ogni società».

Per la prima volta a Roma, a cinquant’anni esatti dalla composizione del 1965, l’opera «è tra le più complesse e difficili che un teatro possa mettere in scena», così Vlad racconta con orgoglio la scelta coraggiosa di aprire la stagione con un titolo di metà Novecento. «L’orchestra è talmente importante che non entra nella buca». E l’opera, commissionata allora dal Festival di Salisburgo, ha proprio l’orchestra – qui guidata dal maestro Stefan Soltesz – come uno dei protagonisti: la partitura mette in campo molteplici idee strumentali. Ed Henze, scomparso a Dresda nel 2012 dopo aver vissuto in Italia per 59 anni, alterna i momenti più elaborati e complessi dal punto di vista sonoro a istanti in cui, con somma drammaticità, la strumentazione si fa volutamente scarna. Lavoro in atto unico, inteso in forma sinfonica, in The Bassarids (da “bassaridi” come venivano anche chiamate le baccanti, a ragione della pelle di volpe, “bassara”, che esse indossavano nel culto dionisiaco) l’azione scenica e la musica procedono senza soluzione di continuità lungo quattro tempi: sonata, scherzo, andante e una passacaglia finale.

La trama è incentrata sul conflitto fra un potere austero e la liberazione degli istinti. Un conflitto in verità insolubile e che sempre ritorna nella storia dell’uomo in modo speculare: alla violenza repressiva di Penteo risponde infatti la violenza distruttrice di Dioniso. Quanto al coro, diretto dal maestro Roberto Gabbiani, qui ritrova anche il suo originario significato nel farsi voce dei sentimenti collettivi. Premiato al botteghino con un incasso record di 10 milioni di euro nella passata stagione, grazie al rinnovamento messo in atto dalla Fondazione del Teatro dell’Opera guidata dal sovrintendente Carlo Fuortes, sul palcoscenico del Costanzi sale per l’occasione un cast internazionale. Accanto ai personaggi centrali, Dioniso (interpretato da Ladislav Elgr) e Penteo (Russell Braun), si esibiscono Mark S. Doss, Erin Caves, Andrew Schroeder, Veronica Simeoni, Sara Hershkowitz e Sara Fulgoni. I costumi sono di Ursula Patzak, le scene di Sergio Tramonti e le luci di Pasquale Mari. Movimenti coreografici di Raffaella Giordano. Il debutto di venerdì (ore 19), verrà trasmesso in diretta su Rai Radio3.

27 novembre 2015