Mare Jonio e Sea-Watch 3 in attesa di un porto sicuro per i migranti a bordo

Le due navi al largo nel Mediterraneo, con 92 e 352 naufraghi, che aspettano da giorni di sbarcare. «Abbiamo comunicato alle autorità che stiamo procedendo verso la Sicilia»

La nave Mare Jonio di Mediterranea saving humans sta facendo rotta verso la Sicilia con 92 persone a bordo, tra cui una trentina di minori non accompagnati, soccorse in due distinte operazioni il 5 e il 6 giugno scorsi in acque internazionali nelle zone Sar (Search and rescue) di competenza libica e maltese, e 11 membri dell’ equipaggio. E avverte il Viminale: «Hanno 10 ore per organizzarsi, poi entriamo in porto». Situazione cristica anche per la Sea-Watch 3, che da 4 giorni attende un porto sicuro nel Mare Nostrum per portare a terra i 352 naufraghi che ha a bordo e dalla quale ieri sera c’è stata un’altra evacuazione medica di 3 naufraghi e 3 familiari. « Chi rimane a bordo è stremato – riferiscono da Sea-Watch -. Quanto ancora deve andare avanti questo stillicidio? Sulla nave  il team medico si prende cura delle 346 persone, tra loro molti minori. Hanno bisogno di un porto sicuro».

Secondo il diritto internazionale, alle 14.40 di ieri pomeriggio, 7 giugno, Mediterranea ha chiesto l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco (PoS – Place of Safety) al Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IT MRCC), che ha risposto alle 15.48 di ieri dicendo che «la richiesta era stata inoltrata per le determinazioni alla competente autorità nazionale», cioè al ministero dell’Interno, informano. «Non avendo poi ricevuto ulteriori istruzioni, questa mattina alle 7.40 abbiamo reiterato la richiesta e la risposta della centrale operativa della Guardia costiera è stata la stessa: anche MRCC è in attesa della decisione del Viminale – si legge in una nota diffusa da Mediterranea -. Siamo una nave di bandiera italiana, e solo MRCC di Roma può coordinarci e assisterci. Il Viminale, che dal 2017 deve assegnare nel più breve tempo possibile il porto sicuro di sbarco per persone soccorse in mare dal rischio di naufragio – e in precarie condizioni dopo essere state precedentemente vittime di ogni genere di violenze, torture e privazioni prima – non ha ancora fornito indicazioni a MRCC di Roma, e dunque alla Mare Jonio».

Questi lunghi tempi di attesa, sottolineano dall’ong, «prolungano le sofferenze delle persone». Per questo, informano, «abbiamo comunicato alle autorità che stiamo procedendo verso la Sicilia, anche in vista del peggioramento delle condizioni meteomarine. Siamo consci della situazione di affollamento dell’hotspot di Lampedusa, affollamento dovuto non ai numeri o a particolari emergenze, ma solo alla disorganizzazione e malagestione dei trasferimenti delle persone dall’isola verso la Sicilia e l’Italia. Una lentezza eccessiva – rilevano – che fa pensare alla volontà di “spettacolarizzare” la cattiva propaganda sulla “invasione”». Tutto questo mentre «in tre mesi si è visto come fosse giusto e materialmente possibile accogliere quasi 130mila profughi dall’Ucraina – si legge ancora nella nota di Mediterranea -, un numero doppio dei profughi che arrivano in un anno intero dal mare. Stiamo facendo rotta sulle coste sud siciliane, perché vogliamo agevolare le procedure di sbarco, non appesantire Lampedusa che deve continuare ad essere “l’isola che salva” e non un campo profughi. E torniamo a ripetere che, invece di aver speso 2 milioni di euro al mese per ogni assurda e inutile “nave quarantena”, si dovrebbero impiegare risorse per un sistema rapido di trasferimenti e per luoghi di prima accoglienza in Italia degni di questo nome».

8 giugno 2022