Marco, Silvia e 4 figli, il karaoke contro la paura per il Covid-19

Resistere al tempo del coronavirus: una famiglia romana tra video “virali”, giochi, difficoltà e desideri. «Unità familiare regalo della quarantena»

In meno di un mese sono diventati le nuove star del web. Daniele, Matteo, Laura e Sara, rispettivamente di 10, 8, 5 e 3 anni, sono quattro fratellini romani, cantanti in erba che con la complicità di mamma Silvia e papà Marco hanno adottato la musica quale strumento per esorcizzare la quarantena e la paura del coronavirus. In men che non si dica le hit dei Ricchi e Poveri, dei Lunapop e del duo comico Cochi e Renato sono state rivisitate e riadattate ai tempi del Covid-19 per invitare tutti a restare a casa e lanciare un messaggio di speranza.

Video girati inizialmente per trascorrere in modo diverso il tempo durante questa “clausura” forzata e caricati sulla pagina Facebook della famiglia Ippolito che mai avrebbe immaginato che le performance riprese nell’appartamento di Casal Bruciato sarebbero state visualizzate da oltre due milioni di persone in tutta Italia, ricevuto centinaia di commenti e condivisioni sui vari social, ottenendo anche il plauso dei Ricchi e Poveri entusiasti di vedere “trasformati” i loro successi come “Sarà perché ti amo” e “Mamma Maria”.

#iorestoacasa … e voi? #passaparola! dipende tutto da noi! grazie Ricchi e Poveri

Posted by Marco Ippolito on Tuesday, March 10, 2020

Papà Marco è un inventore di giochi, la creatività è il suo mestiere e ha deciso di applicarla alla quotidianità. «I nostri figli animano le giornate e hanno contribuito con la loro carica e il loro entusiasmo – spiega –. Il compito di noi genitori era quello di incanalare la loro innata energia e gestire la loro carica esplosiva». Cantare, ballare, strimpellare la chitarra è stata la prima reazione istintiva per superare questo momento così particolare.

Un successo non cercato e inatteso che ha portato la famiglia Ippolito ad inserire nell’agenda domestica l’appuntamento quotidiano con la rubrica Newsroom Italia di Rai News 24. La giornata è poi scandita dalle attività scolastiche e scoutistiche telematiche, dai giochi e dalle piccole faccende domestiche. «Li coinvolgiamo tantissimo – prosegue papà Marco -, abbiamo fatto un planning per le mansioni di casa e ognuno ha il suo compito come apparecchiare, sparecchiare, mettere in ordine i giochi. È un modo per responsabilizzarli ma anche per distrarli dai videogiochi o dai cartoni animati. Poi è nata l’idea di girare dei video musicali facendo loro capire attraverso le canzoni il periodo che stiamo vivendo. Non nascondiamo nulla, stiamo spiegando loro che non si ha certezza di quando riapriranno le scuole o di quando potranno riprendere a fare attività sportiva».

famiglia Ippolito, aprile 2020Pensando al futuro è nata l’idea del “cartellone dei desideri” dove i quattro fratellini hanno disegnato o scritto la prima cosa che vorrebbero fare appena l’emergenza sarà rientrata. «Riaprite i cuginetti» il desiderio espresso dalla piccola di casa, Sara, che da oltre un mese non incontra i parenti. Gli altri vogliono tornare al più presto a fare attività sportiva, auspicio condiviso da mamma Silvia, radiologa d’urgenza nel pronto soccorso di un importante ospedale romano che non vede l’ora di tornare a nuotare e a correre.

Sposati da 13 anni, i coniugi sono animati da sentimenti contrastanti. «Siamo complementari – aggiunge Marco -, Silvia a causa del suo lavoro alcuni giorni è molto preoccupata o sconfortata. Io a volte perdo la pazienza con i bambini ma a fine giornata torna sempre l’armonia e ogni debolezza viene perdonata». La quarantena li ha portati a riscoprire «una complicità preziosa» e il desiderio di Marco è che quando la pandemia sarà un ricordo, non vada perduto quanto di buono hanno «riscoperto e inventato in questi giorni».

famiglia Ippolito 2020La famiglia Ippolito, fa eco Silvia, è sempre stata molto unita ma i tanti impegni quotidiani tra lavoro, scuola ed attività extrascolastiche frammentavano le loro giornate. «Stare tanto tempo tra le mura domestiche, pranzare e cenare tutti i giorni insieme, ha creato un senso di unità “nuovo” – dice -. I bambini, anche se hanno età diverse, giocano tra loro in armonia. L’unità familiare è il regalo di questa quarantena». Per entrambi la famiglia è un dono ma in questo momento storico per Silvia, impegnata nelle corsie dell’ospedale, è a maggior ragione una risorsa. «Quando rientro a casa i sorrisi, gli scherzi e gli abbracci dei bambini sono la cura migliore per ogni preoccupazione – spiega -. La paura c’è ma loro infondono coraggio».

10 aprile 2020