Marco Impagliazzo rieletto alla guida della Comunità di Sant’Egidio

Il presidente uscente scelto con vasto consenso dagli oltre 200 delegati riuniti in assemblea. «Preghiera, poveri e pace»: queste le priorità annunciate, fedeli alla consegna affidata da Francesco nella visita del giugno scorso

I 220 delegati riuniti in assemblea a Roma e in collegamento streaming con numerose città italiane, europee, americane, africane e asiatiche domenica 7 dicembre hanno confermato Marco Impagliazzo alla guida della Comunità di Sant’Egidio. Docente di Storia contemporanea all’Università per stranieri di Perugia, Impagliazzo, presidente uscente della Comunità, è stato scelto con vasto consenso dai rappresentanti dei diversi nuclei di Sant’Egidio diffusi nel mondo. La Comunità fondata a Roma da Andrea Riccardi nel 1968 infatti, riconosciuta dalla Santa Sede e da organismi internazionali quali l’Onu e l’Unione africana, è attualmente presente in 73 Paesi del mondo, con la partecipazione attiva di oltre 60mila persone e la collaborazione di migliaia di volontari.

«Andate avanti su questa strada: preghiera, poveri e pace. Camminando così aiutate a far crescere la compassione nel cuore della società, che è la vera rivoluzione». Queste la indicazioni offerte alla Comunità trasteverina da Papa Francesco nella sua visita del 15 giugno scorso. E da qui è ripartito Impagliazzo, annunciando di voler continuare il suo impegno proprio nella direzione delle tre “p” indicate dal Papa. Ringraziando l’assemblea che ha rinnovato il suo mandato, poi, si è detto «impressionato dalla larghezza dei confini della Comunità e dalle importanti sfide che l’attendono». Nei diversi angoli del mondo infatti Sant’Egidio è impegnata in un’opera di «sensibilizzazione nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, dagli anziani abbandonati ai disabili, fino ad una presenza importante nelle prigioni per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti in Europa, in Africa e altrove», si legge in una nota diffusa all’indomani dell’assemblea. Una rete capillare di “Scuole della Pace” poi si occupa, in tutti i continenti, di «difendere i diritti dei minori, a partire dall’iscrizione all’anagrafe e dalla scolarizzazione».

Tra gli obiettivi prioritari, la costruzione della pace, perché «la guerra è la madre di tutte le povertà». Di qui l’impegno, nel corso degli anni, in numerose opere di mediazione, da quella più conosciuta, che portò nel 1992 alla pace in Mozambico, a numerosi altri negoziati in diversi continenti. Tra le ultime iniziative, l’appello per “salvare Aleppo” lanciato da Andrea Riccardi, a favore di un corridoio umanitario che liberi dall’assedio, legato alla guerra civile in corso, la storica città siriana, dove musulmani e cristiani di diverse confessioni hanno vissuto insieme, in pace, per secoli. Molti i progetti seguiti dalla Comunità; tra i più conosciuti, il programma Dream per la prevenzione e la cura dell’Aids, che assiste 260mila persone in 10 Paesi africani.

9 dicembre 2014