Il generale Claudio Graziano, Capo di stao maggiore della difesa, i vertici delle forze armate, ma anche parenti e amici. Ieri, mercoledì 2 novembre, si sono ritrovati in tanti al sacrario militare del Verano per la Messa presieduta dal vescovo Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, per comemmorare tutti i militari caduti nell’adempimento del loro dovere. Il presule ha preso in prestito le parole del salmo 24, «Ricordati, Signore!», spiegando, nell’omelia, che «è questo il nostro grido dinanzi al mistero della morte che oggi ritorna al cuore con tanta forza: anzitutto il mistero della morte dei nostri caduti, sui quali invochiamo il ricordo di Dio».

A chi resta, ha proseguito Marcianò, spetta il compito di «fare memoria, cogliere dall’esistenza e dalla morte di tanti nostri defunti, particolarmente dai colleghi e amici morti nell’adempimento del proprio dovere, una lezione di vita, una testimonianza di servizio alla gente e al bene comune che è più forte del male contro cui essi hanno combattuto e che, dunque, può essere più forte della morte». Come un grido, «che si fa più forte dinanzi alla vita che muore: alle tante vittime del terremoto, delle tragedie, della guerra e di ogni violenza, delle malattie, dell’indifferenza» perché «è un grido che apre, spalanca il nostro cuore sulle necessità dei fratelli, sul dolore del mondo, che sentiamo nella nostra carne anche quando non sembra toccarci direttamente».

3 novembre 2016