Mappa dell’intolleranza su twitter: le donne le più colpite

Più di un milione i tweet contro le donne, 6mila antisemiti, più di 100mila quelli omofobi, 154mila a sfondo razzista e quasi 500mila contro i disabili

Più di un milione i tweet contro le donne, 6mila antisemiti, più di 100mila quelli omofobi, 154mila a sfondo razzista e quasi 500mila contro i disabili

Più di un milione i tweet contro le donne, 6mila antisemiti, più di 100mila quelli omofobi, 154mila a sfondo razzista e quasi 500mila contro i disabili.Sono questi i dati della “Mappa dell’intolleranza” presentata ieri, mercoledì 28 gennaio, nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio. La prima mappa dell’intolleranza è stata promossa da Vox – Osservatorio italiano sui diritti e realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, il Dipartimento di Diritto pubblico, internazionale e processuale dell’Università degli studi di Milano e il Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica della Facoltà di Medicina e psicologia della Sapienza di Roma. Si tratta di una mappa vera e propria in quanto i tweet sono stati geolocalizzati, per poter avere un’indicazione delle zone maggiormente a rischio di intolleranza e odio. I temi analizzati, da gennaio ad agosto 2014, sono stati l’odio razziale, l’omofobia, l’odio contro le donne, contro i disabili e l’antisemitismo, quest’ultimo rilevato da novembre 2014 a metà gennaio 2015.

Rispetto ai termini utilizzati per le offese nei confronti delle cinque categorie studiate, dai dati risulta quasi sempre presente il collegamento con la dimensione corporea e l’atto fisico, nonché il fatto che il termine che identifica, la donna, l’ebreo, l’omosessuale, il disabile, lo straniero viene spesso associato a parolacce che indicano sporcizia e contaminazione. La mappa vuole essere uno strumento utile per prevenire e quindi poter agire avendo a disposizione i dati di un fenomeno violento e discriminatorio.

«Le parole fanno malissimo, questa ricerca fa capire quanto fa male subire parole di odio. Non credo che l’Italia sia un Paese che odia ma che si sia addormentato; è importante accendere i riflettori sul peso delle parole», ha commentato Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero delle Riforme e dei rapporti con il Parlamento, intervenuto alla presentazione. I dati dell’indagine voluta da Vox sono utili anche per «promuovere politiche integrate a livello territoriale che tengano conto del riconoscimento dei diritti anche facendoli entrare nelle politiche economiche», ha sottolineato Giovanna Martelli, consigliere del premier per le pari opportunità.

29 gennaio 2015