Manzoni, in dialogo tra fede e letteratura

Nell’Aula magna della Lateranense il 10 ottobre una riflessione alla luce de “I promessi sposi”, dedicata a insegnanti e studenti. Tra i relatori, il cardinale Ravasi

Un’occasione di riflessione alla luce delle pagine de “I promessi sposi”. Questo sarà “Fede e letteratura: il caso Manzoni a 150 anni dalla morte”, l’appuntamento formativo rivolto agli insegnanti ma anche agli studenti delle scuole secondarie superiori organizzato per il 10 ottobre, alle 17, nell’Aula magna della Pontificia Università Lateranense dagli Uffici diocesani per la pastorale scolastica, per la pastorale universitaria e per la cultura. Dopo il saluto del cardinale vicario Angelo De Donatis, interverranno il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della cultura, e Vincenzo Jacomuzzi, docente di letteratura e curatore di un’antologia della più nota opera manzoniana. L’evento, gratuito e realizzato in collaborazione con il gruppo editoriale “La scuola Sei”, prevede l’iscrizione obbligatoria (informazioni: eventi@gruppolascuolasei.it).

«Tutti abbiamo incrociato l’opera dell’autore milanese sui banchi di scuola e non possiamo dimenticare figure emblematiche come don Abbondio, la monaca di Monza, l’Innominato, il cardinale Federico e ovviamente Lucia, Agnese e Renzo – riflette monsignor Giuseppe Lorizio, direttore dell’Ufficio diocesano per la cultura -. Ma questo ricordo è quello di un peso che nostro malgrado abbiamo dovuto portare o di una ricchezza che abbiamo acquisito? Del resto, parliamo di “caso Manzoni” per il semplice motivo che siamo di fronte a una presenza scomoda nel nostro contesto culturale, segnato dal laicismo e dal politicamente corretto, in quanto egli nelle sue opere sia in prosa che in poesia esprimeva sempre e chiaramente la sua fede cristiana, il che può essere frainteso e ritenuto bigottismo da menti ottuse che devono in ogni caso opporsi al credere e in particolare al cristianesimo».

Da qui il valore di porre in dialogo la fede e la letteratura, individuando tra i due ambiti una sinergia, considerando come «l’evento Cristo ha una valenza non solo per chi ha creduto e nonostante tutto continua a credere in Lui – sottolinea Lorizio -, ma anche per non credenti e diversamente credenti, in quanto ha una sporgenza culturale, per cui tanta arte, letteratura, musica ha ispirato. E a volte rinveniamo più teologia nelle opere letterarie che nei noiosi volumi dei teologi». Ecco allora l’attualità di Manzoni e l’importanza della sua riscoperta e in particolare della «parola che guida il suo percorso, che per alcuni costituisce la vera protagonista del romanzo: Provvidenza». Perché l’autore, prosegue il direttore dell’Ufficio diocesano, ancora oggi «ha da comunicarci che la vita ha un senso» anche quando «il male e in particolare il dolore innocente ci sconvolge e mette a dura prova la nostra fede e la nostra ragione. Ma è proprio il pensiero che si oppone e non intende arrendersi all’assurdo e cerca un senso, che gli viene donato, per noi cristiani, dalla Rivelazione».

Anche Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio scuola, guarda «all’evoluzione poetica e letteraria di Manzoni, al maturare delle sue idee e del suo stile» considerando come «riflettono il ritmo di approfondimento della sua fede cristiana, una fede in continua ricerca», per cui «tutta l’opera manzoniana, in quanto parte essenziale del ricco patrimonio storico-culturale italiano, è uno strumento straordinario per cogliere una specifica modalità di declinare i valori che promanano dalla tradizione cristiana, e per riflettere in termini essenziali sul rapporto tra letteratura e fede». La ricorrenza dei 150 anni della morte del Manzoni «è allora un’ottima chance per riscoprire e dare nuovo impulso a una rilettura del romanzo de “I promessi Sposi”», sottolinea ancora Chiarazzo, osservando inoltre che «i molti anni di esperienza didattica ci suggeriscono però che i Promessi sposi richiedono competenza: senza le opportune mediazioni storico culturali e gli opportuni accorgimenti pedagogici l’opera rischia di perdere, agli occhi degli studenti, la freschezza e l’attualità di cui è portatrice».

5 ottobre 2023