Manif pour tous: «Teoria gender infiltrata nelle scuole»

Al convegno “Generazione famiglia” interventi di Gotti Tedeschi e Marcello Veneziani: «Pericolo disintegrazione dell’essere umano»

Al convegno “Generazione famiglia” interventi di Gotti Tedeschi e Marcello Veneziani: «Pericolo disintegrazione dell’essere umano»

Una «ri-costituente antropologica della famiglia», un movimento che mette al primo posto il diritto del bambino ad avere un padre e una madre, che a loro volta hanno il diritto di educarlo secondo i principi che ritengono più opportuni. Per questo si batte la Manif pour tous Italia che sabato, 17 ottobre, al Teatro Adriano, ha organizzato il convegno “Generazione famiglia”, gettando le basi di un grande piano anti-gender: «Ci muoveremo su tre fronti – annuncia il portavoce di Manif pour tous Italia, Filippo Savarese –. Costituiremo un coordinamento nazionale anti-gender, ovvero, una rete di famiglie che in tutta Italia sarà costantemente in allerta su questa tematica. Poi, con l’operazione Caro Ministro, abbiamo intenzione di inviare migliaia di raccomandate al ministero dell’Istruzione per fare uscire il gender dalle scuole italiane. Infine, il 4 dicembre, inviteremo le famiglie a non mandare i figli a scuola, per la giornata chiamata Prima la famiglia. Con questa simbolica protesta non vogliamo metterci contro la scuola che anzi, è nostra alleata ma far capire che l’educazione sessuale, affettiva e morale avviene prima tra le mura domestiche».

Diviso in tre aree tematiche, ideologia gender, famiglia naturale e filiazione, il convengo ha visto la partecipazione di numerosi esponenti del mondo della cultura, del giornalismo, della scienza, della medicina, del sociale e dell’economia, tutti concordi con l’idea che l’identità non può essere confusa e che esiste un pensiero unico volto a scardinare il ruolo della famiglia. «La globalizzazione vuole l’uniformità – ammette Ettore Gotti Tedeschi, economista – e la famiglia rappresenta un ostacolo per questo processo. Prima di tutto perché fa i figli e poi perché li educa. Ma l’educazione diventa soggettiva, individuale, non globalizzata come si vorrebbe e questo crea un ostacolo all’uniformità del pensiero. Secondo i tecnocrati della globalizzazione, la famiglia crea diseguaglianza e quindi va scoraggiata, modificata. Io, invece, penso che la famiglia sia il cuore della società ma anche il luogo dove si ama il prossimo, si vive di solidarietà, le basi su cui la società dovrebbe fondarsi».

Ha parlato invece di «dittatura del presente» Marcello Veneziani: «Viviamo in un’epoca che crede solo nell’oggi, che quando parla di storia d’Italia si ferma alla Costituzione; quando parla di Chiesa si ferma al Concilio Vaticano II mentre sui rapporti tra le persone cancella ogni riferimento alla loro storia. La famiglia naturale è realmente in pericolo – ammette – perché c’è una demolizione dell’idea di famiglia, oggi vista come ultimo guscio da scardinare per avere una rivoluzione compiuta». E sul tema delle unioni civili e Stepchild adoption ammette: «In Italia ci sono dei freni a questo cambiamento radicale ma credo che il voler stare a passo con i tempi ci porterà in quella direzione. Spero solo che, quando sconteremo le controindicazioni di questa dimensione, quando saremo tutti depressi e infelici, allora, forse, si avrà un’inversione di marcia che sarà il vero cambiamento, altrimenti andremo incontro alla disintegrazione dell’essere umano».

Sulla stessa linea anche Eugenia Roccella, parlamentare, che si batte per rendere reato la pratica dell’utero in affitto: «È vietato dalla legge 40 ma le sanzioni non vengono applicate – ammette -. Esistono gruppi che offrono indicazioni a chi vuole utilizzare l’utero in affitto all’estero. Il fatto è che, quando poi le coppie rientrano in Italia, il figlio è tale solo per uno di loro. Ma l’adozione da parte dell’altro viene “sistemata”, quindi si rende facile la creazione di una famiglia omosessuale. Noi abbiamo chiesto il rafforzamento delle sanzioni esistenti, l’estensione con altre norme e la tracciabilità, ossia un figlio deve sapere da quale madre è nato, chi ha fornito gli ovociti, chi ha affittato l’utero. Sia per motivi sanitari, sia perché non esista la finzione che quel bambino sia figlio di due uomini o di due donne».

Ospite d’eccezione è stata Ludovine de la Rochére, presidente di Manif pour tous Francia che ha ricordato la nascita del movimento e le battaglie fatte contro il riconoscimento dei matrimoni omosessuali. «Siamo ad un momento di svolta – ha concluso Savarese – nel Parlamento e nelle scuole la teoria gender si sta infiltrando. Dobbiamo rendere quotidiana questa sfida, testimoniare il valore straordinario della famiglia. Noi siamo per il diritto per ciascuno, al di là dell’orientamento sessuale, di conoscere la bellezza del maschile e del femminile, conoscere un papà e una mamma. Il ddl Cirinnà mette in pericolo questo diritto e se sarà necessario, scenderemo di nuovo in piazza, per gridare il nostro dissenso».

 

19 ottobre 2015