Manif pour tous: sul gender, chiediamo risposte concrete

Le associazioni già scese in piazza per la famiglia: la proposta di una lettera al ministro Giannini. E un giorno di assenza a scuola, il 4 dicembre

Dalle associazioni che hanno già portato in piazza un milione di persone in difesa della famiglia, la proposta di una lettera al ministro Giannini. E un giorno di assenza a scuola, il 4 dicembre

Una lettera indirizzata al ministro della pubblica istruzione Stefania Giannini e un giorno di assenza a scuola, il prossimo 4 dicembre. È una protesta pacifica ma vuole risposte concrete quella ideata dalla Manif pour tous Italia, che inaugura così la prima Giornata nazionale per il diritto alla priorità educativa. Figlia della manifestazione del 20 giugno scorso che ha portato in piazza San Giovanni, a Roma, un milione di persone in difesa della famiglia, la protesta vuole richiamare l’attenzione del ministro all’insegnamento della teoria gender nelle scuole. «Invitiamo i genitori a non mandare i figli a scuola, solo per un giorno – commenta Filippo Savarese, portavoce della Manif pour tous Italia – e a scaricare dal nostro sito una lettera, indirizzata al ministero, in cui è affermato il diritto dei genitori all’educazione affettiva dei proprio figli».

Con questo gesto simbolico Manif pour tous Italia, insieme a Voglio la mamma, Provita onlus e Giuristi per la vita, chiede un incontro al ministro, per esporre le proprie ragioni, per far aprire gli occhi difronte d un problema che sta investendo sempre più realtà scolastiche, dal nord al sud. «A Torino le associazioni Lgbt, con il patrocinio di Comune e Regione, hanno realizzato dei convegni invitando i dirigenti scolastici di elementari e materne – riferisce Savarese -. Incontri in cui si è gettato fango sull’attività delle famiglie e promosso le iniziative a favore delle diversità di genere. Convegni patrocinati dalle istituzioni locali che si terranno anche a Bari, il prossimo 4 e 10 dicembre».

Non si tratta più di favolette e giochi: per le associazioni pro family è la nuova riforma scolastica che introduce l’ideologia gender. Il ministro Stefania Giannini, dopo la circolare emanata a settembre, è tornata personalmente sull’argomento circa un mese fa, ribadendo come l’articolo 1 comma 16 della legge “Buona Scuola” si riferisse solamente alla promozione dell’educazione alla parità di genere e non ad altre teorie come appunto quella gender, definita da lei stessa una «truffa culturale». «La domanda che facciamo è questa – prosegue Savarese -: come si conciliano le rassicurazioni del ministero con questi corsi targati Lgbt per dirigenti scolastici? Sulla base poi del comma 16 della Buona Scuola, recante l’obbligo di integrare i piani triennali dell’offerta formativa con attività sul contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere, temi monopolizzasti dalle associazioni Lgbt che vanno molto oltre a quello richiesto».

La lettera è scaricabile dal sito della Manif pour tous Italia. «In migliaia l’hanno già spedita al ministero. Il malcontento delle famiglie deriva soprattutto dalla totale assenza di risposte da parte delle istituzioni. Abbiamo chiesto più volte un incontro con Giannini – prosegue Savarese – ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Perché non sentire anche le ragioni delle famiglie?». Risposte quindi o si tornerà in piazza. «Il ministro afferma che la teoria gender non esiste ma sul territorio i riscontri sono diversi – ammette Savarese -. Noi abbiamo 80 circoli in tutta Italia che monitorano costantemente le attività scolastiche. Controlleremo che i dirigenti invitati ai convegni delle associazioni Lgbt non introducano programmi volti alle differenze di genere. E se il problema si riacutizzasse, non esiteremo a tornare in piazza. Vogliamo essere ascoltati, non ignorati e tacciati di essere truffatori culturali».

2 dicembre 2015