Maltrattamenti infantili, Cesvi: «Fenomeno sommerso»

Forti le disparità Nord-Sud. Le maggiori criticità in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise. Le migliori condizioni di benessere in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Toscana

Persistono forti disparità tra Nord e Sud per ciò che riguarda i maltrattamenti all’infanzia. Le maggiori criticità e le condizioni più sfavorevoli si registrano in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise. Male anche Abruzzo e Lazio. Il miglior livello di benessere complessivo dei bambini si rileva in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Toscana, con contesto e servizi sopra la media. Tra le regioni più reattive c’è la Sardegna con un alto livello di servizi, nonostante l’alta criticità del contesto. Stabili invece Trentino Alto Adige e Lombardia che, a fronte di criticità ambientali basse, rispondono con un sistema di servizi più basso della media nazionale. È il risultato dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia presentato oggi, 5 giugno, a Roma da Cesvi nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi #LiberiTutti, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri, da cui emerge che sono quasi 6 milioni (dato stimato), tra bambini e adulti, i soggetti maltrattati in Italia: una proiezione parziale, in quanto il maltrattamento all’infanzia è un fenomeno ancora sommerso e non adeguatamente studiato su base nazionale.

«Nel quadro delle emergenze sociali, il maltrattamento dei bambini è il fenomeno forse peggiore, non solo per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato e per il tradimento della fiducia che i più piccoli ripongono negli adulti ma anche per le conseguenze che si producono sulla salute dei maltrattati nel medio-lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la società – ha detto Daniela Bernacchi, ceo e general manager di Cesvi -. Gli ex bambini maltrattati sono gli adulti di oggi che vivono sopportando un pesante fardello di dolore che influenza il loro modo d’essere, e spesso scaricano sui figli il proprio disagio. Si viene a generare così un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno, quale ad esempio quello dei servizi pubblici, può interrompere».

Maltrattamento + trascuratezza. I bambini sono maltrattati soprattutto nell’ambiente che più di tutti dovrebbe garantire loro sicurezza e protezione: l’Oms stima che tra il 60 e il 70% dei bambini tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza in casa e nei soli Paesi industrializzati circa il 58% dei bambini ha subito una qualche forma di disciplina violenta in casa. Al maltrattamento spesso si associa la trascuratezza: nel mondo il 16,3% dei bambini è vittima di negligenza fisica e il 18,4% di trascuratezza emotiva. Gli effetti della trascuratezza possono manifestarsi con un ritardo nel raggiungimento delle principali tappe evolutive, con disturbi dell’apprendimento o con un atteggiamento di eccessiva ricerca di affetto e attenzione da estranei, una forte chiusura e sfiducia verso l’altro. «Attraverso questo indice regionale vogliamo riportare l’attenzione su una serie di misure da adottare – ha proseguito Bernacchi – tra cui la necessità di una legge quadro nazionale sul maltrattamento dell’infanzia, creando strumenti normativi e amministrativi che facilitino la costruzione di politiche intergenerazionali di prevenzione del maltrattamento dei minori. A ciò si aggiunge l’importanza di destinare risorse specifiche alla prevenzione e alla cura di questo fenomeno e di migliorare l’efficacia e l’efficienza della distribuzione delle risorse già esistenti».

Maltrattamento come conseguenza del disagio dei genitori e del contesto familiare, ambientale e sociale. L’Indice regionale è il risultato di 65 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai servizi offerti sul territorio. Ad esempio tra i fattori di rischio che creano presupposti importanti per scatenare il maltrattamento dei bambini nelle famiglie ci sono l’elevato livello di povertà, il basso livello di istruzione dei genitori, il consumo di alcol e droghe da parte dei genitori, la disoccupazione, lo svantaggio socio-economico. Per quanto riguarda i servizi, dall’Indice emerge come i servizi siano più presenti nelle regioni in cui ci sono meno rischi. Al contrario, nei territori dove i fattori di rischio sono più critici si possono osservare servizi particolarmente deboli. Le politiche locali sono molto autonome, non strettamente dipendenti dal contesto nel quale operano e paiono il frutto di continui negoziati politici e sociali nei territori. Ad esempio, il Trentino Alto Adige presenta meno elementi di vulnerabilità per i bambini, seguito da Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia. Ultime sono Puglia, Sardegna e Basilicata. Eppure il Trentino ha un posizionamento negativo per obesità infantile, la Valle d’Aosta per gravidanze precoci e il fumo in età giovanile, il Lazio per il consumo di alcol e la Calabria per tasso di consumo di cannabis tra gli adolescenti. Tra i fattori di rischio degli adulti maltrattanti, il Trentino è la regione con le condizioni più favorevoli grazie alla soddisfazione della popolazione per la propria vita e per le relazioni familiari, un basso indice di separazioni, un elevato numero di donne che utilizzano metodi contraccettivi e un basso numero di famiglie mono-genitoriali. Il Trentino ha anche il miglior posizionamento per gli indicatori di stato psicologico e salute mentale, ma resta indietro per il rischio correlato all’abuso di alcol. Il Veneto è la regione in cui si registrano meno casi di depressione, mentre il Friuli-Venezia Giulia, che condivide con il Trentino un alto rischio di consumo di alcolici, registra buoni risultati per l’indice di salute mentale. «Considerata la rilevanza delle differenze territoriali – ha proseguito Bernacchi – è auspicabile il varo di politiche di prevenzione e cura in un confronto Stato-Regioni specificamente dedicato al maltrattamento dei bambini, oltre alla creazione di un sistema informativo sul fenomeno fondato su strumenti di monitoraggio e rilevazione puntuale dei dati».

Le conseguenze dei maltrattamenti. «Maltrattamento e trascuratezza causano danni a breve o a lungo termine per i bambini, a livello fisico, psicologico ed emotivo per l’individuo e per la società». A breve termine si riscontrano fratture, lividi, bruciature, sintomi ricollegabili alla sindrome post-traumatica e depressione, mentre in presenza di abusi sessuali, le conseguenze sono l’ansia verso il futuro o la trasmissione di malattie veneree. In caso di abusi emotivi, indizi di tali abusi possono essere il cambiamento nel comportamento dei bambini e sentimenti di ansia, depressione per bambini e giovani adulti. I danni a lungo termine dipendono da una serie di fattori che possono mediare o esacerbare il danno subito dai bambini. Ad esempio, negli Stati Uniti si è rilevato che nei tre anni successivi alle indagini per maltrattamenti il 28% dei bambini aveva sviluppato una malattia cronica. Gli abusi durante l’infanzia sono stati collegati a malattie quali diabete, asma, obesità nell’adolescenza e ipertensione nell’età adulta. L’abuso e la trascuratezza hanno, inoltre, conseguenze, negative sullo sviluppo cerebrale, con possibili problemi per le abilità cognitive, linguistiche e accademiche e sulla probabilità di sviluppare malattie mentali. E possono portare a depressione, ansia, disturbi dell’alimentazione, problemi di comportamento nell’infanzia, nonché a contrarre malattie sessuali, tentare il suicidio, utilizzare droghe.

La campagna #LiberiTutti. Fino al 10 giugno si può contribuire con un sms da 2 euro o chiamata da rete fissa da 5 o 10 euro al 45535 alla campagna #LiberiTutti. Obiettivo è sostenere la rete IoConto di Cesvi (in partnership con Consorzio Fa, cooperativa sociale Il Grillo parlante e l’associazione Bambini nel tempo) attiva con un programma di prevenzione e cura a Bergamo e provincia, Napoli (VII municipalità) e nell’Unione dei Comuni della Bassa Sabina con un coordinamento tra Roma e Rieti. Le attività prevedono spazi di ascolto per bambini e ragazzi, interventi specialistici per la cura del trauma, supporto a genitori in condizioni di vulnerabilità, rafforzamento del ruolo protettivo della comunità e formazione di operatori specializzati.

5 giugno 2018