Maltempo nelle Marche e in Emilia Romagna

Misa verso la piena a Senigallia. Pesaro allagata. Criticità anche a Riccione. Allerta rossa in gran parte dell’Emilia Romagna, dove sono 901 le persone evacuate, quasi tutte a scopo precauzionale. Treni fermi tra Forlì, Rimini e Ravenna. Coldiretti: danni agricoli per 300 milioni di euro

È ancora maltempo in diverse regioni d’Italia. Funestata, in particolare, l’Emilia Romagna, gran parte della quale è in allerta rossa da ieri sera, 15 maggio. Protezione civile mobilitata e livello di guardia particolarmente alto sia per il rischio piena dei fiumi, sia per il pericolo delle frane lungo l’appennino. Attenzione particolarmente alta nelle Marche, specie a Senigallia, dove il fiume Misa sta raggiungendo il livello di piena. Allagata anche Pesaro, a causa delle esondazioni del torrente Genica, che attraversa la città. Al momento ha smesso di piovere, ma si attende la piena del fiume Foglia che viene dall’entroterra.

Criticità, in Romagna, anche a Riccione, dove la stazione ferroviaria è stata chiusa e si è allagato il Pronto soccorso dell’ospedale. Bloccati e inaccessibili tutti i ponti e sottopassi. Intanto continua a piovere, e preoccupa la piena dei fiumi. Basti pensare che sul Voltre, affluente del Ronco, è già superato il massimo storico degli ultimi 20 anni di 1,82 metri di livello idrometrico e ora l’onda di piena ha già toccato 2,46 metri.

In tutta l’Emilia Romagna sono 901 le persone evacuate, quasi tutte a scopo precauzionale, per lo più in provincia di Ravenna, già duramente colpita dall’ondata di maltempo dei primi di maggio. Preoccupa anche lo stato del mare. L’allerta rossa prosegue anche per domani, 17 maggio, è la situazione è in costante monitoraggio. Sospesa intanto la circolazione ferroviaria sulla linea Bologna-Rimini, fra Forlì e Rimini, e sulla linea Ferrara-Rimini, fra Ravenna e Rimini.

Forti raffiche e mare mosso, nel primo pomeriggio di oggi, 16 maggio, anche nel canale di Piombino (Livorno), tanto che sono state sospese le corse dei traghetti per Rio Marina, all’isola d’Elba, e dell’aliscafo. Regolari invece, riferiscono dalla capitaneria di Piombino, tutti gli altri collegamenti con Portoferraio. Maltempo nella notte anche a Palermo, dove si sono registrati decine di interventi dei vigili del fuoco per allagamenti, tanto nel capoluogo siciliano che nella provincia, tra Bagheria, Cefalù e Lascari.

Significativi i danni subiti, in Emilia Romagna, da attività agricole e infrastrutture: 300 milioni di euro, è la stima di Coldiretti, considerando le migliaia di ettari di terreno finite sott’acqua, coltivate a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, oltre ai danni agli allevamenti, ai macchinari di lavorazione e alle infrastrutture. A fare il punto è il presidente Ettore Prandini, in un messaggio indirizzato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida. «Il territorio – sottolineano da Coldiretti – è stato devastato da eventi meteorologici di elevata intensità che hanno determinato esondazione di corsi d’acqua e provocato rotture arginali con evacuazioni a causa degli allagamenti, che hanno interessato terreni a destinazione agricola di pregio, con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive. Il tutto – aggiungono – a breve distanza dall’altro evento meteorologico di inizio aprile con grandine e gelate che hanno colpito pesantemente le coltivazioni sempre sullo stesso territorio».

Per il presidente Prandini, «è necessario attuare interventi indifferibili diretti ad assicurare il superamento dell’emergenza e per questo – prosegue – chiediamo al governo un intervento urgente per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni dagli eventi metereologici indicati. È in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori che da esse dipendono». Anche per questo, «appare sempre più urgente intervenire in maniera strutturata sulla gestione argini, il controllo della fauna e la pulizia degli alvei fluviali, anche coinvolgendo gli agricoltori e semplificando la burocrazia che spesso rallenta la cura del territorio», conclude il presidente di Coldiretti.

16 maggio 2023