Si aggrava il bilancio dell’ultima ondata di maltempo che ha colpito a macchia di leopardo la penisola italiana. Secondo Coldiretti, la stima è di oltre 1,5 miliardi di euro di danni provocati alle campagne dagli eventi estremi del 2018: nubifragi, trombe d’aria, fulmini, bombe d’acqua e grandinate. Il risultato:  coltivazioni distrutte, alberi sradicati, serre distrutte e aziende allagate. «Siamo di fronte a una evidente tendenza di tropicalizzazione che – spiegano da Coldiretti -: si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma».

Stando ai dati riferiti da Coldiretti, «il 2018 si è classificato fino a ora come l’anno più bollente dal 1800, anno in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,77 gradi rispetto alla media storica nei primi dieci mesi dell’anno secondo l’Ispra, durante i quali però si sono alternati periodi di intense precipitazioni e momenti di siccità». In Italia le calamità naturali «negli ultimi venti anni hanno provocato perdite per 48,8 miliardi di euro secondo dati Unisdr, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali. Il Belpaese – affermano dalla Confederazione nazionale dei coltivatori diretti – si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti che nel periodo considerato a livello planetario hanno ucciso complessivamente 1,3 milioni di persone e provocato perdite economiche per 2507 miliardi di euro, dei quali il 77% per diretta conseguenza dei cambiamenti climatici».

21 novembre 2018