Malagrotta: dopo le fiamme, si indaga per incendio doloso

Attesa per il sopralluogo del presidente della Commissione parlamentare Ecomafie Morrone. Il sindaco Gualtieri: «Istituzioni allineate per evitare a Roma un’ennesima emergenza rifiuti»

Spente le fiamme e rientrata l’emergenza, domani, 28 dicembre, sarà una giornata importante per il futuro dell’impianto di rifiuti di Malagrotta, dopo che, proprio ieri, i pm di Roma hanno aperto un fascicolo d’indagine in relazione all’incendio divampato nel pomeriggio di domenica 24 dicembre. I magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, hanno ricevuto una prima informativa dei Vigili del fuoco e procedono per il reato di incendio doloso. Sequestrate le telecamere di sorveglianza e disposti ulteriori accertamenti per capire le cause del rogo.

Domani è in programma il sopralluogo di Jacopo Morrone, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo di rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari (Ecomafie). Sotto la lente d’ingrandimento la valutazione di una situazione «che si sta prospettando di rilevante gravità oltre che dal punto di vista ambientale anche da quello della raccolta rifiuti a Roma già in pesante sofferenza», come ha sottolineato il presidente. «Ci sono non pochi aspetti della vicenda, compreso il susseguirsi di incendi nell’ex discarica, da mettere sotto la lente della Commissione e da sviscerare, compatibilmente con i procedimenti giudiziari già in corso», sono ancora le sue parole.

Il sopralluogo di Morrone sarà accompagnato da un sit in dei residenti di Valle Galeria. «Nessuna protesta, solo la richiesta a chi sarà lì domani, politici o rappresentanti istituzionali, di riqualificare, una volta per tutte, Valle Galeria, un territorio martoriato da 50 anni», dichiara Claudio Fetoni, del Comitato Valle Galeria Libera, intervistato dall’Adnkronos dopo la nuova ordinanza del sindaco Gualtieri, che ha ristretto il raggio d’azione delle restrizioni da 6 a 3 chilometri, intensificando inoltre, anche i controlli su tutti i prodotti agroalimentari.

«All’inizio sono stati considerati solo 6 chilometri dal luogo dell’incendio, non tenendo conto che la nube di fumo, appena scoppiato l’incendio e per tutta la giornata, si è direzionata verso Est –  sottolinea -. Quindi tutte le colture che sono da quella parte fino alla zona della Flaminia, Collina Fleming, dove mi è stato riferito che si è sentita la puzza, si sono cibate le stesse diossine. Noi, per ora, ce ne guardiamo bene dal consumare frutta e verdura».

Lo stesso sindaco Gualtieri ha comunque rinnovato la forte volontà di continuare a lavorare sulla vicenda «per fare luce su questo ennesimo episodio inquietante», insieme al procuratore di Roma Lo Voi e all’Ama. «In queste ore concitate ho sentito il presidente del Consiglio Gorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano, il ministro Picchetto Fratin, il presidente della Regione Lazio Rocca, il prefetto Giannini. Tutte le istituzioni sono allineate e concordi nel lavorare insieme per evitare a Roma un’ennesima emergenza rifiuti», ha scritto il primo cittadino in un post su Facebook, ringraziando anche le donne e gli uomini dei Vigili del fuoco e i volontari della Protezione civile che nella notte di Natale hanno domato le fiamme e limitato i danni.

Infatti, le quattro centraline della rete fissa di monitoraggio della qualità dell’aria più vicine a Malagrotta «non hanno registrato, per quanto riguarda le polveri sottili (PM10), valori diversi da quelli del giorno precedente e tutte tra 31 e 35 mg/m3 ampiamente entro il limite di legge di 50 mg/m3», fa sapere Arpa Lazio. Le centraline di Malagrotta (a 3 km dal sito dell’incendio), Castel di Guido (a 7 km) e due di Fiumicino (a 12 km) inoltre «non sono state interessate dalle polveri generate dall’evento», così come le altre presenti a Roma.

27 dicembre 2023