Mafia capitale, Di Tora (Cei): speculazione sui migranti

Il presidente della Commissione per le migrazioni commenta gli ultimi arresti della seconda parte dell’operazione: «Si corre il rischio di generalizzare»

Il presidente della Commissione per le migrazioni commenta gli ultimi arresti della seconda parte dell’operazione: «Si corre il rischio di generalizzare»

Mentre al Conference Centre di Expo Caritas e Migrantes presentavano il rapporto sull’immigrazione, ieri, giovedì 4 giugno, a Roma un altro terremoto scuoteva il mondo dell’accoglienza. La seconda parte dell’operazione Mondo di mezzo, con obiettivo la cupola mafiosa di Roma, ha portato all’arresto di altre 44 persone e di nuovo l’obiettivo è sul business dei migranti. Dai primi stralci di carte giudiziarie, emerge anche il nome della cooperativa La Cascina, attiva nel Cara di Mineo per il servizio pasti, secondo i magistrati «vicina all’ambiente cattolico».

«È difficile capire quanto sia diffusa la speculazione sui migranti – commenta il vescovo Guerino Di Tora, presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana -. Non credo che il fenomeno sia tutto qua. Alcune cooperative hanno di certo sfruttato questa situazione, sfruttando i migranti e impedendo loro di integrarsi». Il fatto che cooperative sotto l’influenza di poteri mafiosi abbiano messo le mani sul business dei migranti rischia di compromettere tutta la filiera dell’accoglienza: «C’è un rischio generalizzazione. Invece che prendersela con la singola cooperativa si colpisce tutti». Motivo per cui questo accade «è la difficoltà sociale e lavorativa che porta a cercare sempre capri espiatori», aggiunge il vescovo.

Non solo: i migranti sono costretti anche ad essere ridotti sempre a un’immagine stereotipata: «Si racconta sempre e solo l’emergenza», dice Di Tora. Al contrario, immigrazione è un termine che deve diventare sinonimo di altro: lo dicono i numeri. Ad esempio quelli sull’imprenditoria straniera: «Non siamo ancora riusciti a cogliere il processo, nonostante sia evidente. Nell’area metropolitana di Roma, per fare un esempio, il 12% degli imprenditori è di origine straniera. Questo è un dato di realtà di cui si parla troppo poco – afferma -. Il cambiamento non è di poco conto: significa che invece di integrarsi lavorando addirittura si dà lavoro ad altri», conclude.

5 giugno 2015