Mafia Capitale, commissione di indagine del prefetto

Tre commissari in tre mesi passeranno in rassegna gli atti del Comune capitolino, per verificare eventuali infiltrazioni mafiose. Il sindaco Ignazio Marino: «Auspico un’azione la più incisiva possibile»

All’indomani dell’arrivo in Campidoglio della task force inviata dal prefetto Giuseppe Pecoraro su disposizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano per visionare gli atti al centro dell’inchiesta su mafia e appalti, questa mattina, mercoledì 10 dicembre, il sindaco Ignazio Marino si è recato in procura. Secondo quanto trapelato, avrebbe consegnato al procuratore Giuseppe Pignatone documenti utili all’indagine su Mafia Capitale. Si lavora intanto per la commissione nominata da Pecoraro, dopo che il ministro Alfano ha conferito al prefetto «poteri di accesso e accertamento nei confronti del Comune di Roma». L’indagine durerà tre mesi, rinnovabili di altri tre, durante i quali tre funzionari della pubblica amministrazione, supportati da un nucleo di esperti appartenenti alle forze di polizia, passeranno in rassegna gli atti del Comune per verificare eventuali infiltrazioni mafiose, per poi rassegnare le proprie conclusioni al prefetto. Quest’ultimo avrà 45 giorni di tempo per riferire al Viminale.

Nessun commissariamento, dunque, così come nessuna ipotesi di scioglimento per mafia. L’accesso agli atti, spiega Pecoraro, significa che «funzionari da me delegati accederanno ad alcuni atti del Comune di Roma, della sede centrale e dei municipi». La legge prevede tre commissari: uno, «tenuto conto dell’offerta del sindaco», ha già lavorato presso il Comune; gli altri due saranno un prefetto e un vice prefetto «esperti negli appalti e nel funzionamento degli uffici». L’auspicio del sindaco Ignazio Marino è che prenda corpo un’azione «la più incisiva possibile», perché «se ci sono altre persone che devono andare in prigione, ci vengano portate al più presto».

10 dicembre 2014