Madre Teresa sarà santa: «Grande dono»

La gioia dei figli spirituali che continuano la missione della fondatrice tra i poveri di Roma. Il 4 settembre in tanti a San Pietro per la canonizzazione

La gioia dei “figli spirituali” che continuano la missione della fondatrice tra i poveri di Roma. Il 4 settembre attesi in tanti in piazza San Pietro per la canonizzazione

Gioia, emozione, Messe di ringraziamento, momenti di preghiera e riflessione: così negli istituti romani delle Missionarie e dei Missionari della Carità, le congregazioni fondate da madre Teresa di Calcutta, è stata accolta la notizia della canonizzazione della suora Premio Nobel per la Pace. «È anche una conferma per le nostre scelte vocazionali personali – spiega padre Jan Timo, dei Missionari della Carità Contemplativi fondati da padre Sebastian Vazhakala e madre Teresa -. Io sono entrato nel 1998, dopo la sua morte, e ad ispirarmi è stata la sua testimonianza autentica del Vangelo. È stato il suo modo di vivere che mi ha attirato». «La sua canonizzazione – aggiunge suor Gemma, della casa di San Gregorio al Celio – ci spinge a vivere con fedeltà quello che madre Teresa ci ha insegnato. Siamo chiamate a vivere giorno per giorno con amore il carisma e il suo dono per tutta la Chiesa e per ogni cristiano».

Tanti i poveri e gli ammalati assistiti a Roma dai figli spirituali della suora che il 4 settembre in piazza San Pietro salirà all’onore degli altari. Nella casa dei Missionari di via di Sant’Agapito, ad esempio, viene preparata ogni giorno la colazione e la cena per 75 uomini di ogni nazionalità, mentre i religiosi che vivono a Tor Fiscale offrono la colazione e la possibilità di usufruire dei servizi igienici a 12 uomini. Le Missionarie della Carità hanno una casa a Primavalle per ragazze madri, la casa Dono di Maria in Vaticano (piazza Sant’Uffizio) per anziani in difficoltà, a San Gregorio al Celio ospitano 65 uomini con problemi psichici e fisici e altri 40 nel dormitorio di via Rattazzi, mentre a Tor Bella Monaca aiutano mamme e bambini in difficoltà e offrono apostolato alle famiglie. A Roma c’è anche una parrocchia dedicata alla Beata Teresa di Calcutta, a Ponte di Nona, e collabora con i missionari contemplativi che gestiscono l’ostello Casa Serena a Largo Preneste. «Siamo in costante contatto con loro – spiega il parroco, don Fabio Corona – e domenica abbiamo organizzato una nuova raccolta viveri per i poveri». «Cerchiamo di continuare la missione di madre Teresa con il suo spirito di fornire un servizio gratuito a chi ne ha bisogno e vedendo la presenza di Gesù nei poveri», afferma padre Timo.

La suora Nobel per la pace, che ha dedicato tutta la sua vita ai più poveri tra i poveri, verrà canonizzata proprio nel giorno in cui viene celebrato il Giubileo degli operatori e dei volontari della misericordia. Il miracolo attribuito alla sua intercessione, determinante per la causa di canonizzazione, è avvenuto nel 2008 e riguarda la guarigione inspiegabile, dal punto di vista medico, di un ingegnere brasiliano con un gravissimo male al cervello.

La felicità per la canonizzazione della fondatrice non allevia però il dolore delle comunità per la tragica morte delle quattro suore nello Yemen. Padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione e superiore generale dei Missionari, che ha personalmente conosciuto madre Teresa nel 1977, sottolinea che «la grande gioia provata alla notizia della canonizzazione è accompagnata dal dolore di quello che è successo nello Yemen anche perché non sappiamo ancora nulla del salesiano padre Thomas. Eppure c’è anche una certa gioia soprannaturale per il loro sacrificio: hanno scelto di rimanere nello Yemen pur sapendo che c’era grande pericolo e questo ci motiva ancora di più. Ogni giorno preghiamo per chiedere la grazia del martirio». Per don Fabio «è un po’ come se avessero sigillato la canonizzazione con il sangue. Questa è l’interpretazione che abbiamo dato, quasi a voler suggellare il sacrificio di Madre Teresa con quello delle sue suore». «Due settimane fa c’è stato questo dolore che ci ha colpito – dice suor Gemma – e poi è arrivata questa bella notizia della canonizzazione. La gioia e il dolore s’incontrano sempre come il mistero Pasquale. Mi sono venute in mente le parole di madre Teresa che spesso ci diceva che nessun dolore ci deve abbattere e farci dimenticare la gioia della risurrezione. Chissà! Forse madre Teresa ora in cielo sarà contenta di avere queste 4 piccole sorelle che in tanta semplicità e nascondimento hanno vissuto fino in fondo con tanta fedeltà la nostra vocazione». «Speriamo che questo sacrificio –  conclude padre Timo – serva per la conversione dei responsabili di queste atrocità».

21 marzo 2016