Madre Teresa: «Quando morirò, con me solo la valigia della carità»

Al Palazzo della Cancelleria un incontro dedicato alla santa di Calcutta. Le testimonianze dei cardinali Parolin e Comastri che fu suo amico

Al Palazzo della Cancelleria un incontro dedicato alla santa di Calcutta. Le testimonianze dei cardinali Parolin e Comastri che fu suo amico 

«La santità di Madre Teresa è un messaggio diretto al mondo attuale nella situazione in cui si trova – ha commentato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano -. Questa canonizzazione si inserisce perfettamente nell’Anno Santo e nella proposta che Papa Francesco ha fatto alla Chiesa e al mondo». L’intervento del cardinale, che oggi, 5 settembre, celebrerà la Messa di ringraziamento per la canonizzazione, è arrivato in occasione dell’evento charity “Madre Teresa: una goccia nell’oceano” tenutosi sabato 3 al Palazzo della Cancelleria con la direzione artistica del professore Gennaro Colangelo.

Per l’occasione, Parolin ha rilasciato
una video intervista al vaticanista Rai Raffaele Luise, proiettata proprio durante la serata. Alla vigilia della Messa di canonizzazione, oltre al Segretario, sono intervenuti con la presentazione del caporedattore del Tg1, Piero Damosso, l’attrice Serena Autieri, che ha letto pagine del diario della santa, e il cardinale Angelo Comastri, autore del libro “Ho conosciuto una santa”, ma soprattutto amico personale di Madre Teresa.

Secondo il Segretario di Stato,
la canonizzazione «si colloca all’interno di una realtà problematicissima come è il mondo di oggi» ma, nondimeno, è un appello «alla Misericordia per vivere e sperare»: «la Chiesa ha raggiunto una coscienza e una consapevolezza sempre maggiore su questo punto, a partire da Giovanni Paolo II. Nella bolla Misercordiae Vultus la Chiesa propone la medicina della misericordia nella speranza che si possa aprire un’era della misericordia».

Il significato della canonizzazione di Madre Teresa, ha spiegato ancora, «è quello di mettere al centro della vita della comunità cristiana, della vita di ogni cristiano, l’esempio concreto, di una persona, di una donna, che ha vissuto la misericordia, la compassione, in ogni momento della sua vita, e che ha fatto delle opere di misericordia corporali e spirituali il programma della sua vita». La figura di Madre Teresa si accosta a quella del buon samaritano: «È Stato detto che Madre Teresa è l’icona del buon samaritano, che opera per amore di Cristo. Un concetto molto importante perché il servizio di Madre Teresa nasce dal suo amore per Gesù e dalla sua partecipazione alla sofferenza di Cristo – ha detto il cardinale a Luise -. Vivere la misericordia in prima persona e per primi, senza aspettare che siano gli altri a cominciare: lei traduce questo con l’immagine della goccia d’acqua nell’oceano».

Nei racconti del cardinale Comastri, la concretezza dell’impegno della Santa: «Madre Teresa è la prova vivente che il mondo può cambiare», ha esordito. «L’ultima volta che l’ho vista era il 22 maggio del 1997 – ha ricordato il cardinale – la madre sarebbe morta il 5 settembre successivo, mia madre era morta poco tempo prima». Una sofferenza personale che il cardinale confidò alla missionaria: «Madre Teresa mi rispose “il Paradiso non allontana le persone, le rende più vicine” poi mi strinse la mano, aveva una stretta molto debole, quando di solito stringeva quasi da far male: “Presto anch’io andrò in Paradiso, ti sarò sempre vicina”. Questo è il suo testamento che io sento sempre come una grande consolazione». Le ultime parole di Madre Teresa per l’amico sono state un’esortazione, che Comastri ha voluto condividere: «Quando morirò porterò con me soltanto la valigia della carità, devo riempirla, riempila anche tu finché hai tempo».

 

5 settembre 2016